Napoli, bimba vittima della droga: «Verifiche sulla famiglia»

Napoli, bimba vittima della droga: «Verifiche sulla famiglia»
di Melina Chiapparino
Venerdì 30 Settembre 2022, 23:45 - Ultimo agg. 2 Ottobre, 09:00
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È fuori pericolo la bimba di 10 mesi ricoverata all’ospedale Santobono per una grave intossicazione da tetraidrocannabinolo, la componente psicoattiva conosciuta come thc e presente nella cannabis. Ora che le condizioni piscofisiche della piccola paziente stanno migliorando sempre di più, si infittiscono gli accertamenti dei carabinieri del comando gruppo e compagnia di Castello di Cisterna, che stanno concentrando le piste investigative nell’ambito familiare. Verifiche doverose, che non rappresentano un elemento di colpevolezza, ma uno step inevitabile, data la gravità dell’episodio registrato nell’ospedale cittadino. Una vicenda coordinata dalla Procura partenopea che ha richiesto l’acquisizione delle informazioni alle forze dell’ordine, avviando formalmente una indagine penale, oltre a stabilire contatti informativi con la Procura per i minori, nel tentativo di acquisire notizie circa il nucleo familiare della piccola. 

Le piste investigative per chiarire in che modo e per quali motivi la bimba possa aver ingerito grandi quantità di thc, sono ancora in piena fase di accertamenti, controlli e sopralluoghi. Al momento, bene chiarirlo, i genitori della piccola non risultano indagati e si valutano le ipotesi di scuola che potrebbero contribuire a indirizzare le responsabilità di quanto accaduto, come il caso dell’inosservanza degli obblighi di assistenza morale dei figli oppure l’abbandono dei minori.

Le indagini, sebbene concentrate nell’ambito domestico, non escludono piste al di fuori del nucleo genitoriale e, in queste ore, gli investigatori sono a lavoro per ricostruire e capire in che contesto ha vissuto e vive la piccola, a partire proprio dalla versione dei diretti interessati. Ieri mattina, i medici dell’ospedale Santobono hanno sciolto la prognosi della piccola paziente che, oggi, è al suo quarto giorno di ricovero nel reparto di Subintensiva. Dopo i primi due giorni particolarmente critici per la manifestazione di forti convulsioni e di problemi respiratori, la bimba, giunta in pronto soccorso la notte tra martedì e mercoledì, si è stabilizzata con un buon quadro clinico. «La bambina ha risposto molto bene alle terapie e ai trattamenti per disintossicare l’organismo», spiega Vincenzo Tipo, primario del pronto soccorso e del reparto di Medicina d’Urgenza del Santobono che annuncia «dimissioni a breve per la piccina». «Oggi, molto probabilmente, la trasferiremo in un reparto ordinario ma prima delle dimissioni definitive, trascorrerà qualche giorno sotto stretto monitoraggio del quadro clinico», conclude il primario. 

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I casi di avvelenamento in età pediatrica sono circa 1000 ogni anno all’ospedale Santobono di Napoli che tratta circa l’80% dei piccoli ricoverati per l’ingestione di sostanze domestiche come detersivi oppure farmaci.

La maggior parte degli assistiti riguarda bimbi in età prescolare, trai 3 e 4 anni attirati dalle bottiglie e dai contenitori colorati di detersivi, smalti e sostanze per le pulizie domestiche che, spesso, sono alla loro portata perché vengono riposte nei cassetti al di sotto dei lavandini o in posti facilmente raggiungibili anche dai più piccoli.

«La maggior parte dei casi riusciamo a trattarli in pronto soccorso, consentendo ai piccoli di tornare a casa ma nei casi di grave tossicità, che sono circa il 15% del totale, è necessaria l’ospedalizzazione», continua Tipo che rendiconta «circa sei casi all’anno per intossicazioni da stupefacenti. Quando accade un avvelenamento - suggerisce il primario -, recatevi subito al pronto soccorso». 

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