Traffico di droga tra Sicilia, Calabria e Campania, 28 arresti

Nell'arco di un anno movimentate oltre 7 tonnellate di cocaina

Traffico di droga tra Sicilia, Calabria e Campania, 28 arresti
Mercoledì 16 Novembre 2022, 07:32 - Ultimo agg. 17 Novembre, 07:11
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La cocaina arrivava dal Sud America nascosta all'interno di container e raggiungeva via mare i principali scali marittimi commerciali ed europei, grazie ad accordi e alleanze con narcotrafficanti sudamericani ed europei di primissimo livello, sia i colombiani dei famigerati «Clan del Golfo», sia olandesi di origine marocchina, sia irlandesi.

Giunto in Europa, lo stupefacente veniva trasportato da autotrasportatori compiacenti e nascosto all'interno di depositi, covi e nascondigli in Campania, Calabria, Emilia Romagna e Lazio. Questo il modus operandi del gruppo criminale con a capo il noto narcotrafficante Raffaele Imperiale, sul quale hanno fatto luce le indagini coordinate dalla Dda di Napoli e culminate oggi nell'esecuzione di 28 misure cautelari, disposte da un'ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Napoli nei confronti di altrettanti indagati per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti e riciclaggio.

L'ordinanza è stata eseguita dalla Guardia di Finanza e dalla Squadra mobile di Napoli, dal Scico e dallo Sco della Polizia dello Stato.

Imperiale, già condannato a Napoli mentre era latitante a Dubai, secondo quanto ricostruito dagli investigatori è stato capace nel corso degli anni successivi di assurgere ad un ruolo assolutamente primario quale broker internazionale della droga, un vero e proprio player mondiale che aveva in Bruno Carbone, altro broker napoletano del narcotraffico già condannato in via definitiva, il suo principale luogotenente.

L'indagine, avviata nel settembre 2019, ha consentito di individuare un'associazione dedita al traffico di stupefacenti che si occupava di importare a Palermo, tramite vari canali di rifornimento, grosse partite di narcotici da immettere nelle piazze di spaccio del centro del capoluogo siciliano.

Al vertice dell'associazione importanti uomini d'onore delle famiglie mafiose di Palermo Centro e di Partanna Mondello già definitivamente condannati, che, insieme ad altri sodali (alcuni dei quali del mandamento di Brancaccio, già sottoposti a misura cautelare in un altro procedimento, avevano contatti sia con fornitori in Campania e Calabria, sia con spacciatori palermitani. Secondo quanto emerso dalle indagini, i proventi dell'attività di spaccio sarebbero stati utilizzati per il mantenimento dei detenuti affiliati a più famiglie mafiose del capoluogo. Individuata anche un'abitazione a Pollena Trocchia utilizzato come deposito di stupefacenti dal gruppo criminale e nella quale sono stati sequestrati 255 kg di hashish. Nel corso delle indagini sono stati arrestati otto corrieri e sequestrati complessivamente ulteriori 185 kg di sostanze stupefacenti, fra cocaina, hashish e crack, nonché circa 52.000 euro in contanti. 

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Nell'arco di un anno - tra marzo 2020 a marzo 2021 - ha «movimentato» oltre 7 tonnellate di cocaina, di cui 1,3 sottoposte a sequestro in Italia e all'estero, la banda di narcotrafficanti, riconducibile a narcos Raffaele Imperiale, sgominata dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato che, coordinati dalla DDA di Napoli, hanno eseguito oggi 28 misure cautelari su tutto il territorio nazionale. La banda, che aveva la sua base in provincia di Napoli, non solo importava la sostanza stupefcente proveniente da Sud America ma la esportava anche verso altri Paesi, tra cui figura l'Australia.

Era Imperiale a occuparsi dell'import della «coca», stipata all'interno di container: le navi raggiungevano i principali scali marittimi commerciali europei grazie ad accordi, alleanze e joint ventures intrecciate, a partire da gennaio 2017, con narcotrafficanti sud americani ed europei di primissimo livello. Si tratta di colombiani delle famigerate formazioni paramilitari conosciute come Clan del Golfo e olandesi di origine marocchina che, nel frattempo, si affermavano sulla scena tra i principali gruppi criminali nel controllo del traffico di cocaina dal Sudamerica nei porti di Rotterdam (Paesi Bassi) e Anversa (Belgio), sia irlandesi. 

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