Napoli, bomba distrugge auto leader antiracket: «Stesso choc del 2012, ora voglio sapere chi è stato»

«Era la sera dell'ultimo dell'anno e a quell'ora eravamo quasi pronti per il cenone»

Anna Ferrara con Gigi Cuomo r
Anna Ferrara con Gigi Cuomo r
di Giuliana Covella
Martedì 3 Gennaio 2023, 10:00
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«Sono dispiaciuta, ma confido nel lavoro degli investigatori. So solo che non ho più l'automobile che per dieci anni ho utilizzato per i miei spostamenti. Voglio sapere chi è stato a distruggerla». Risponde al telefono con tono pacato, dopo aver trascorso ieri mezza giornata in Questura, Anna Ferrara: commerciante e dirigente nazionale dell'associazione Sos Impresa Rete per la legalità, ha fatto della lotta alla criminalità organizzata, al racket e all'usura una battaglia di vita e di civiltà. Sin da quando, circa dieci anni fa, alla guida dell'associazione di commercianti di Ponticelli, scese in piazza insieme ad altri esercenti del quartiere con tanto di carri funebri a significare la morte del commercio vessato dalla camorra nella periferia orientale. Il primo atto intimidatorio di cui è rimasta vittima risale al 2012, nell'ultimo giorno dell'anno, proprio come quello avvenuto pochi giorni fa sotto casa sua a Ponticelli. Ma a fronte dell'ennesimo tentativo di intimidazione lei non molla e attende l'esito delle indagini. 

La prima volta che lei è stata oggetto delle attenzioni della camorra a Ponticelli era il 31 dicembre 2012. Dopo dieci anni accade di nuovo. Che succede? Ha avuto minacce? Qualcuno l'ha avvicinata in questi ultimi giorni?
«No, assolutamente.

Non c'è stato nessun episodio del genere che possa spiegare quanto accaduto. Però devo ammettere che, come avvenne dieci anni fa, quando un gruppo di delinquenti fece esplodere una bomba carta contro l'insegna del mio negozio, quest'anno si è verificato qualcosa di simile».

Ci racconti cosa è successo.
«Era la sera del 31 dicembre scorso, mi stavo dedicando in cucina a organizzare la cena per la mia famiglia. Ero intenta a preparare, quando all'improvviso - intorno alle 22.10 - abbiamo sentito un grosso boato. Tutti si sono spaventati e sono corsi ad affacciarsi. Ma io pensavo fossero i tradizionali botti di Capodanno, magari un grosso petardo. Quando sono uscita dalla stanza per raggiungere i miei parenti, me li sono visti venire incontro impalliditi. Ho chiesto cosa fosse successo e mi hanno detto che la mia auto era saltata in aria».

Cosa ha fatto a quel punto?
«Sono corsa al balcone e mi sono ritrovata davanti agli occhi una scena che mai avrei voluto vedere. Una colonna di fumo bianco stava avvolgendo pian piano le facciate dei palazzi, ma la cosa più brutta è stata guardare la mia auto ridotta a uno scheletro, la bomba l'aveva completamente distrutta. Un'immagine che mi ha addolorato perché quella Panda gialla la usavo da dieci anni per andare a lavoro e a far visita ai parenti. Così mi sono precipitata in strada e ho chiamato polizia e carabinieri, giunti sul posto insieme agli agenti di Scientifica e Squadra mobile».

Poteva verificarsi una tragedia, se lei si fosse trovata all'interno...
«Era la sera dell'ultimo dell'anno e a quell'ora eravamo quasi pronti per il cenone. Ma mi dispiace per i danni causati agli edifici e alle abitazioni circostanti, come una casa a pianterreno e i vetri di un palazzo andati in frantumi per l'esplosione. Per fortuna nessuno è rimasto ferito».

Qual è il suo stato d'animo?
«Non so definirlo, ma voglio solo capire una cosa».

Quale?
«Voglio sapere chi è stato». 

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