Le nove linee dedicate dall'Anm agli studenti sono partite ma, a quanto pare, senza sortire l'effetto desiderato. Sono decine infatti, i giovani che ogni giorno devono attendere altri pullman per evitare di rimanere senza mezzo di trasporto. La ragione è semplice ed in parte già annunciata dagli stessi dipendenti dell'azienda. Le vetture sono poche e dedicate ai ragazzi solo “sulla carta”. In realtà su quei bus ci sale chiunque e gli stessi autisti sono tenuti – sino all'80% della capienza prevista – a non fare differenze. Gli assembramenti quindi continuano a verificarsi e non solo tra chi va a scuola.
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«Non possiamo fare differenze – afferma il coordinatore regionale Usb Marco Sansone – e quindi lasciamo salire tutti. Questo vuol dire che a volte, proprio perchè i bus si riempiono, qualche studente viene lasciato in strada. Il servizio era già in crisi prima di questa pandemia ma ora, nonostante i pochi innesti, è andato ancora più in sofferenza. Abbiamo chiesto più volte di fare linee scolastiche che arrivino direttamente agli istituti, ma questo non è possibile, ma anche continuare così è difficile. In questo modo non si otterranno grandi risultati».
Anche per i ragazzi la situazione è complessa. Proprio sui pullman, a causa dell'impossibilità del rispetto delle distanze, ritengono di essere più esposti al contagio.
«Bisogna prendere il primo pullman della mattina – dichiarano – per avere qualche speranza di rimanere isolati. Se già si tarda di mezz'ora la calca è assicurata e non è possibile rispettare le distanze. C'è chi non si interessa delle norme e non indossa la mascherina. In questo modo siamo tutti esposti ed il contagio non è contenuto. Noi siamo i primi a non sentirci sicuri sui bus che ci portano a scuola».