Napoli, business case occupate:
​20mila euro per entrare

Napoli, business case occupate: 20mila euro per entrare
di Daniela De Crescenzo
Martedì 7 Agosto 2018, 10:48 - Ultimo agg. 8 Agosto, 09:00
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Una graduatoria ferma al 1998, occupazioni a go-go: e il mercato illecito degli alloggi pubblici vola. A gestirlo troviamo in prima linea le organizzazioni criminali, ma anche, e lo dimostrano le inchieste giudiziarie venute alla luce in questi giorni, dipendenti comunali corrotti. Per capire di che giro di affari parliamo è bene guardare le cifre. A Napoli sono trentamila gli alloggi di edilizia residenziale pubblica e nel 2011, quando fu varato un bando per le assegnazioni, poi ritirato, arrivarono diciottomila domande: diciottomila famiglie che hanno visto sfumare il miraggio di un alloggio.

I NUMERI
Circa ottomila sono gli occupanti senza titolo, di cui ben 3500 difficilmente regolarizzabili. Quando nel 2013 il Comune di Napoli ha aderito alla sanatoria regionale sono arrivate settecento richieste di regolarizzazione. Negli anni gli abusivi hanno anche assaltato le case dell'Iacp (Istituto case popolari): sono 2400 le abitazioni tuttora abitate da persone che non hanno altro titolo che aver sfondato una porta. Tra le sei e le settemila sono invece le richieste di voltura. Queste spesso nascondono una compravendita, ovviamente proibita dalla legge visto che l'alloggio è del Comune. Il trucco è vecchio, ma, nonostante sia conosciuto da tutti, continua a essere utilizzato: chi vende inserisce l'acquirente nello stato di famiglia e poi questo chiede il subentro. Sulla carta solo i parenti più stretti hanno diritto a ereditare il contratto, ma chi non ha un tetto paga, presenta la domanda e per decenni resta nell'alloggio in attesa che la pratica venga eventualmente esaminata.

 

I PREZZI
Una casa comprata in questo modo costa tra i settemila e i ventimila euro, e spesso a gestire il mercato illegale è la camorra. Ha spiegato il pentito Giuseppe Sarno, uno dei leader del clan che per decenni ha dominato Ponticelli: «Mio fratello Carmine ha anche altri introiti che gli derivano dall'attività di compravendita degli appartamenti popolari, nel senso che sia il venditore sia l'acquirente di quegli immobili sono costretti a corrispondergli una certa somma, che si aggira intorno ai 1500 2000 euro». Poi con gli anni le cifre sono lievitate.
Si commercia in case, ma anche in scantinati. Un mercato che tira soprattutto al Rione Traiano dove cantine e garage sono stati spesso trasformati in punti vendita della droga. Nel Rione è nata anche un'associazione per la legalità e molti assegnatari rivendicano il diritto a rientrare in possesso delle cosiddette pertinenze. Inutilmente. Anzi, chi ha deciso di acquistare gli alloggi messi in vendita dall'ente pubblico, ha pagato il garage che è rimasto nelle mani degli abusivi.
GLI SGOMBERI
Il compito di sgomberare tocca al Comune sia nel caso degli edifici di cui è proprietario sia nel caso di quelli dell'Iacp. E infatti l'Istituto case popolari non è stato assolutamente coinvolto nella recente inchiesta giudiziaria. Ma gli sgomberi procedono a passo di lumaca. Secondo i dati raccolti in un dossier dal Pd fino al 2011 si effettuavano tra i 50 ed i 60 sgomberi all'anno, dal 2011 il numero di sgomberi effettuati sono scesi tra i 30 ed i 40, fino ad arrivare agli ultimi due anni nei quali invece ci si è ridotto a pochissime unità. E tutti sono stati organizzati su disposizione della Prefettura. Casa garantita, invece, per gli abusivi delle Vele: per abbatterle il Comune si è impegnato con il Comitato Vele, che ha collaborato al progetto Restart Scampia, a realizzare solo passaggi da casa a casa.
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