Napoli, la scrittrice Rosa Mancini aggredita e scaraventata a terra dai rapinatori di bici elettriche

Rosa Mancini in sella alla bicicletta rubata
Rosa Mancini in sella alla bicicletta rubata
di Gennaro Morra
Venerdì 26 Marzo 2021, 19:01 - Ultimo agg. 21:37
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Rosa è ancora scossa e ha la voce incrinata per l’emozione, ma sa che dovrà superare in fretta lo shock per ciò che le è successo ieri sera. Proprio lei, scrittrice impegnata socialmente per la tutela del territorio, non può permettersi la paura di girare per le strade di Napoli. Non può permettere ai due rapinatori che le hanno portato via la bicicletta elettrica di condizionare la sua vita, rinunciando ai propri sogni e alle proprie passioni. Un lavoro di rimozione e di riconquista della sicurezza di camminare da sola per le strade della sua città che sarà favorito dall’enorme solidarietà da cui è stata investita fin da quando ieri sera ha raccontato sul suo profilo Facebook il terribile episodio che aveva appena vissuto.

«Ho comprato quella bicicletta nell’ottobre 2019 e la stavo ancora pagando – confessa la 34enne –. L’acquistai per andare al lavoro e muovermi in città in assoluta libertà e senza inquinare». Una libertà che ieri sera le è stata negata da due sconosciuti: «Uscita dall’ufficio, sono andata alla Sanità per consegnare alcune copie del mio nuovo libro, Il contrario di tutto, pubblicato un paio di settimane fa e che è legato a un progetto con cui sto raccogliendo fondi per sostenere associazioni che si occupano di ambiente e riqualificazione urbana. Poi, intorno alle 22 sono tornata a casa, ma in via Imbriani, quando mancavano circa 200 metri alla mia abitazione, sono stata affiancata da due persone a bordo di un motorino. Mi hanno spinta e fatta cadere, poi mi hanno detto di stare tranquilla e che non mi sarebbe successo niente.

Infine, sono andati via portando con loro la mia bici».

Rosa Mancini sta per recarsi dai carabinieri per denunciare il furto, ma ai militari non potrà raccontare molto di più: «Credo fossero dei 30enni, ma era buio e avevano il volto coperto, non ne posso essere sicura – dichiara –. Forse mi stavano seguendo già da un po’, ma pure di questo non posso esserne certa». Invece, avrebbe tanto da dire a chi le ha portato via il suo unico mezzo di locomozione: «Auspico che si rendano conto del loro gesto vile e che mi facciano ritrovare la mia bicicletta dal portiere o sotto casa, ne ho bisogno – ha scritto su Facebook –. Sono aperta al dialogo e al confronto. Vorrei far capire a queste persone che l'egoismo non porta da nessuna parte. Il periodo è difficile per tutti. Vi prego, restiamo umani».

Un’umanità che la donna, che è anche presidente dell’associazione Poesie metropolitane, ha ritrovato nei messaggi ricevuti da amici e conoscenti: «Sono commossa dalla quantità di messaggi che mi hanno inviato – confessa –. C’è anche chi ha avviato subito una raccolta fondi per ricomprarmi la bici». Ma quei soldi saranno devoluti in beneficenza, perché è già pronta una nuova bicicletta da regalare a Rosa: «Poco fa mi hanno chiamato due carissimi amici per dirmi che me ne hanno ricomprata una nuova, anche grazie al contributo dei membri del progetto musicale Lurova Music – annuncia –. Li ringrazio di cuore, sono commossa. Mi hanno lasciato senza parole».

Ma il lieto fine di un episodio non deve far perdere di vista il problema generale: «Viviamo un periodo complesso ed è in una situazione così difficile che nascono i nuovi poveri – sostiene la scrittrice –. La parte buona e sana della società è lasciata sola e senza nessuna tutela. La criminalità avanza indisturbata, perché le istituzioni sono lontane anni luce dalla vita reale e il territorio è allo sbaraglio. Oltre il Covid, esistono queste storie di vuoto e di violenza, un malessere sociale che può esplodere da un momento all’altro e fare più danni del virus stesso».

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