Napoli, calano i contagi Covid
e ripartono ambulatori e interventi

Napoli, calano i contagi Covid e ripartono ambulatori e interventi
di Ettore Mautone
Sabato 12 Dicembre 2020, 10:59 - Ultimo agg. 14:27
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Calano i contagi e sono in discesa anche i ricoveri per Covid-19 in Campania, sia in regime ordinario sia in terapia intensiva. Uno scenario che consente un riorientamento delle attività assistenziali ospedaliere e ambulatoriali finora sospese. La Regione e l'Unità di crisi hanno dunque deciso di rialzare la saracinesca delle cure ospedaliere ordinarie (mediche e chirurgiche) e le visite ambulatoriali. Da ieri sono di nuovo accesi i motori dei ricoveri programmati medici e chirurgici finora limitati a quelli di urgenza. Di nuovo operativi anche i Cup (centri di prenotazione) per fissare una visita, un controllo, un day hospital, un intervento di day surgery o un'operazione finora rimandata. Ci saranno da smaltire lunghe liste di attesa accumulatesi da fine ottobre.

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GLI AMBULATORI
Lo stesso vale per tutti gli ambulatori ospedalieri che riprendono dopo uno stop che dura dallo scorso 18 ottobre.

Il rientro al regime normale sarà graduale e la ripresa riguarda anche le Case di cura accreditate con il Servizio sanitario regionale e gli ospedali classificati religiosi (Fatebenefratelli, Betania e Camilliani di Casoria). In questo caso il freno era intervenuto a partire dal 25 ottobre. Il semaforo verde scatta infine anche per l'attività libero professionale intramoenia, ossia l'attività privata esercitata dentro le mura dell'ospedale dalle equipe mediche e chirurgiche su richiesta dei pazienti che intendono di avvalersi di un determinato specialista. Attività che viene svolta al di fuori dell'orario di lavoro su ricettario della azienda sanitaria per la quale i camici bianchi lavorano, in misura non superiore al 50 per cento dell'attività ordinaria e utilizzando spazi propri messi a disposizione dalle strutture sanitarie pubbliche.


GLI SPAZI
Qui si colloca il principale nodo da sciogliere: gli spazi, allo stato attuale, sono pochi e perlopiù occupati della unità Covid. Una rete andata ben oltre l'asticella programma nel luglio scorso anche per la Fase 3, immaginata di alta intensità epidemica ma rivelatasi insufficiente. Padiglioni e reparti convertiti a Unità Covid infatti resteranno in piedi e allo stato attuale non è nemmeno lontanamente possibile ipotizzare di dismetterle. È la stessa Regione a chiarire questo punto: «Le aziende sanitarie pubbliche dovranno mantenere operative, fino a nuove disposizioni - si legge nella circolare - le aree temporanee già costituite e strutturalmente dedicate a pazienti Covid per far fronte ad eventuali nuove fasi epidemiche e per poter disporre, nel caso di nuovi incrementi di contagi, di strutture già attrezzate, ferma restando la possibilità di utilizzo del personale dedicato a tali strutture, per la ripresa delle attività ordinarie laddove questo non sia più impegnato nelle aree e nelle unità operative Covid dedicate». Il riavvio delle attività ospedaliera e ambulatoriali è subordinato al rispetto di tutte le misure di prevenzione per il contenimento della diffusione del virus SarsCov2.


IL SAN GIOVANNI BOSCO
Intanto medici e operatori del San Giovanni Bosco (che resta un Covid center) non direttamente impegnati nelle attività di assistenza ai pazienti affetti dal Coronavirus chiedono di attivare almeno le attività specialistiche e ambulatoriali. Al presidio della Doganella ci sono la Cardiologia, il controllo pacemaker, l'Ortopedia, la Chirurgia Vascolare, Neurochirurgia, Diabetologia, Endocrinologia, Ginecologia, Ostetricia, Chirurgia generale, Senologia, Proctologia, Oculistica, Medicina interna, Gastroenterologia con infusione di farmaci biologici per malattie autoimmuni. Sarebbe opportuno riaprire l'attività ambulatoriale dell'ospedale - dicono anche i comitati di cittadini - che si svolge in area distinta da tutto il resto. L' area nordest di Napoli è totalmente priva di assistenza sanitaria. La numerosa utenza dell'Ospedale è stata sacrificata sull'altare del Covid ed ora l'ospedale è sottoutilizzato. Daysurgery e day service, localizzati in una palazzina separata e distinta dall'area della degenza e del Pronto soccorso, potrebbero insomma ripartire.

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