Patenti facili, De Laurentiis jr e il trucco del corso fantasma per recuperare i punti persi

Patenti facili, De Laurentiis jr e il trucco del corso fantasma per recuperare i punti persi
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 16 Settembre 2020, 23:30 - Ultimo agg. 17 Settembre, 11:05
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Sei punti recuperati sulla patente e qualche telefonata di troppo con un soggetto intercettato. Un corso abilitante per la patente quanto meno sospetto (per i carabinieri: falso, posticcio) e quelle conversazioni agli atti dell’inchiesta sulla Motorizzazione civile di Napoli. Sono i punti che vedono coinvolto Edoardo De Laurentiis, nato a Roma nel 1985, figlio del presidente del calcio Napoli, che viene indicato tra i beneficiari di un sistema messo in piedi da Ciro Leva, indagato numero uno nelle indagini terremoto sugli uffici di via Argine. Sette giorni fa, sono stati notificati 21 avvisi di chiusa inchiesta a carico di direttori, ingegneri, esaminatori, titolari di scuole guida, ufficiali di polizia municipale tutti a vario titolo accusati di corruzione nel filone di inchiesta sulle cosiddette patenti facili. Una vicenda che vede coinvolti (non come indagati, ma come beneficiari), calciatori del calibro di Koulibaly, Ghoulam, Callejon (per la storia delle patenti nautiche), ma che ora vede spuntare anche il nome del figlio del patron azzurro.

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Restiamo all’informativa dei carabinieri del reparto operativo di Caserta agli ordini del comandante Salvatore Sferlazza, all’accusa di falso mossa a Ciro Leva: «Ha manomesso i registri di presenza alle lezioni e i relativi verbali, posticipando la firma delle presenze, o talvolta mettendola al posto dei concorrenti, tanto da attestare falsamente la frequenza al corso di recupero punti patente tenuta presso la sua autoscuola di Sant’Erasmo dal 10 novembre al 15 novembre 2014, determinando così l’indebito rilascio dell’attestazione per il successivo accredito da parte della Motorizzazione di sei punti patente all’allievo De Laurentiis Edoardo». Ipotesi di falso, il figlio del presidente del Napoli non è destinatario di alcun avviso di garanzia, vicenda che resta comunque segnata da una quasi scontata prescrizione. Inchiesta coordinata dai pm Danilo De Simone e Cristina Curatoli (aggiunto Vincenzo Piscitelli) esiste un lungo capitolo legato alla storia del recupero punti patente di De Lurentiis jr. Intercettazioni che servono agli inquirenti a dimostrare il metodo usato da Ciro Leva, nei rapporti triangolari tra clienti e quelli della motorizzazione civile (difesi, tra gli altri dai penalisti Giovanni Bellerè, Stefano Montone, Luigi Sena). 

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È il 4 dicembre del 2014, quando i carabinieri ascoltano la prima conversazione: De Laurentiis jr ha da poco ricevuto una multa di 700 euro vicino Roma; è preoccupato di perdere punti (esperienza già avuta qualche mese prima), si rivolge a Ciro Leva, che gli dà questi consigli: «Allora paga e poi vediamo cosa dobbiamo fare, ma ti hanno fermato?»; Edoardo De Laurentiis: «No»; Ciro Leva: «Allora vieni da vicino che ne parliamo, stasera mi trovi in autoscuola; perché tu non stavi alla guida, alla guida c’era qualcun altro, mica ci stavi tu...»; Edoardo: «Eh e chi ci mettiamo?»; Ciro: «Non stavi tu alla guida, perché tu stavi qua a Napoli, hai prestato la macchina...»; Eduardo De Laurentiis: «Eh, vatti a ricordare Ciro». Frasi poco chiare, poi arriva la telefonata del giorno presente, quando Eduardo De Laurentiis «richiama Ciro Leva per comunicargli che non poteva essere risolta la questione, così come sinteticamente aveva lui proposto, perché la società di autonoleggio aveva già comunicato il suo nome quale reale conducente del veicolo». Parole prive di conseguenze penali, dunque, che accendono un faro sulla storia dei «recupero punti in patente». 
 


Seguono diverse telefonate, in cui Ciro Leva parla con Gabriele Romagnoli, indicato come factotum del Napoli per questioni burocratiche e, in alcuni casi, con lo stesso Edoardo De Laurentiis. Si comprende che Leva insegue il figlio del patron azzurro per «fargli firmare quelle carte». Per i carabinieri non ci sono dubbi: «In maniera fittizia Ciro Leva aveva inserito il nome di Edoardo De Laurentiis nella documentazione poi depositata presso la Motorizzazione». Si comprende che è Leva ad inseguire De Laurentiis jr, che si fa spesso attendere, che prende tempo e che rinvia sempre l’appuntamento a Napoli («magari dopo la finale di Doha»), tanto da spingere Leva ad informare Romagnoli di un escamotage: fare una «letterina alla Motorizzazione» per attestare che De Laurentiis si era dimenticato di mettere le firme alla fine del corso.
Inevitabile una domanda: ma chi è Romagnoli? Non risulta indagato, ma è spesso in contatto con Ciro Leva, anche in occasione del rapido ingresso di Koulibally in Motorizzazione, per i quiz svolti da qualcuno al posto suo, in altro capitolo di questa brutta storia.

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