Napoli, il San Paolo dopo il lockdown
trasformato in una giungla incolta

Napoli, il San Paolo dopo il lockdown trasformato in una giungla incolta
di Oscar De Simone
Mercoledì 1 Luglio 2020, 14:28 - Ultimo agg. 15:25
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Aiuole incolte, erbacce e rifiuti. Lo spazio antistante lo stadio San Paolo di Napoli, inutilizzato da quattro mesi a causa del lockdown, è diventato un vero “giardino degli orrori”. Un’area in cui, oltre alla crescita incontrollata della vegetazione, si sta sversando di tutto in qualsiasi momento del giorno e della notte.
Una condizione di degrado che ormai sta scatenando le proteste della popolazione, sempre più decisa a chiedere l’immediata pulizia delle aree al di la dei cancelli.
 



«Nei prossimi giorni – afferma il presidente della commissione sport della X Municipalità Carlo Cantales – si procederà con la pulizia. Siamo i primi a volere che tutto torni come prima dell’emergenza sanitaria. Al termine di questi mesi di lockdown abbiamo dovuto affrontare decine di piccole e grandi emergenze provocate dalle chiusure forzate. Ora però, è venuto il momento di riprendere e la vita “normale” e lo stadio – che è il più grande impianto sportivo della città – è al centro dei nostri progetti».
Programmazione che prevederà anche una pulizia della spazzatura gettata da chi passa in zona e riempie di volta in volta, le aiuole ed i tornelli di qualunque genere di rifiuto.
«Questa è una cosa assurda – conclude Cantales – che ci lascia tutti indignati. I parcheggi e gli spazi antistanti lo stadio sono un punto di ritrovo e di gioco per i ragazzi, motivo per cui ci sarà sicuramente un alto livello di attenzione e di controllo. Crediamo sia necessario da adesso in poi mantenere decoro e pulizia di una delle aree più frequentate della città».

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