Chiedono di fare fronte comune contro il racket. Un pizzaiolo (che in un recente passato ha denunciato il racket), pronto a tornare a lavorare a Napoli, quelli dell’associazione antiracket e i comitati cittadini del centro storico.
Sono giorni più che delicati per i pizzaioli partenopei, come emerso dalle ricostruzioni dei pm della Procura di Napoli Urbano Mozzillo e Celeste Carrano, titolari dell’inchiesta culminata negli arresti dei presunti estorsori dei clan Sibillo e Mazzarella. Proprio in queste ore, dal ventre del centro storico, arriva l’esempio “virtuoso” di un commerciante che, sebbene minacciato in passato, dopo essere espatriato e aver chiuso la sua Terra Mia, sta per riaprire il locale e invita tutti i commercianti onesti a fare quadrato contro ogni forma di illegalità.
Nell’ottica dell’agognata liberazione dal racket, per certi versi la pandemia e lo stato di eccezione che ne deriva possono rappresentare anche un’opportunità. L’assenza di liquidità delle imprese, di sicuro - e come raccontano le cronache delle ultime settimane - favorisce le cessioni aziendali e l’inserimento della criminalità organizzata nelle imprese, ma c’è anche dell’altro. «Comprendo pienamente le difficoltà economiche causate dal Covid – osserva il consigliere regionale Francesco Borrelli – Tanti commercianti sono gravati da morosità su spese, bollette e affitti.
C’è anche del bene da raccontare, in queste ore tumultuose: una lieta novella che arriva dal mondo dei forni del ventre della città. Era stato costretto a chiudere la sua pizzeria in centro storico, Mario Granieri, in seguito alle minacce subite dalla camorra, ma non si arrende. «Dopo la chiusura, e con lo scoppio della pandemia, sono andato a lavorare all’estero - racconta lui stesso - ma le cose non sono andate bene e ho perso il lavoro a causa della gravissima crisi economica che il virus ha fatto patire anche ai ristoranti italiani sparsi in giro per l’Europa. Ho quindi scelto di tornare a casa. Nei prossimi mesi Terra Mia rialzerà la saracinesca e sarà pronta a riaccogliere i clienti. A breve metteremo a posto la documentazione. Vogliamo continuare a vivere a testa alta e senza abbassare la guardia nella splendida città in cui sono nato e dove ci sono i miei affetti più cari. Abbiamo delle potenzialità immense, a Napoli, non ci resta che stringerci tutti assieme nella battaglia per la giustizia contro il racket».