Università, Sos degli studenti: «In Campania servono 10mila alloggi»

Il piano di Invimit: acquistare immobili inutilizzati per ospitare i ragazzi

L'università Federico II
L'università Federico II
di Mariagiovanna Capone
Mercoledì 7 Giugno 2023, 00:00 - Ultimo agg. 18:41
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Dura la vita da studente universitario fuori sede. Dopo la pandemia, c’è stato un aumento spropositato degli affitti, complice un mercato immobiliare non calmierato e quasi sempre con contratti al nero. Dall’altra però c’è una totale assenza di residenze universitarie, al punto da riuscire a offrire alloggi a livello nazionale ad appena il 2,3% dei possibili fruitori. Secondo i dati dell’anno accademico 2019/2020 usato per pianificare il bando nazionale 338/2020, la Campania è in linea con questa media terribile: oltre 170mila iscritti nei sette atenei con 53.935 provenienti da fuori regione, ma trovano un alloggio appena 1.712, numero sceso a 1.520 quest’anno, mentre il fabbisogno reale è di circa 10mila posti alloggio per l’intero territorio regionale. Più della metà di questi ultimi sono studenti dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

In attesa che il bando regionale per 8 nuove residenze e l’ampliamento di una già esistente a Fisciano sia firmato dal ministero dell’Università e della Ricerca, un nuovo spiraglio per ottenere più alloggi universitari arriva da Invimit Sgr, società partecipata al 100% dal ministero dell’Economia, che proprio in questi giorni ha approvato il “Progetto Opa”, con cui acquisterà immobili non più utilizzati dalle pubbliche amministrazioni da destinare, in questo primo lancio, alla realizzazione di residenze per studenti.

L’adesione al progetto consentirà la creazione, nell’ambito di un Fondo immobiliare, di un portafoglio di futuri studentati da candidare per l’ottenimento delle risorse previste dal Pnrr, in sinergia con le azioni che il Mur sta mettendo in atto per garantire 52.500 posti letto il cui bando è stato pubblicato proprio ieri e prevede 660 milioni di euro di investimenti. Per il Comune di Napoli, proprietario di numerosi immobili non utilizzati (e spesso abbandonati) e su cui non ci sono a breve termine progetti di qualsiasi tipo, potrebbe essere un’occasione non da poco. Il nuovo bando del Mur, infine, aprirebbe anche ai privati che se in possesso di determinate caratteristiche, dovranno concedere disponibilità a garantire la funzione di residenza universitaria per almeno 12 anni del proprio immobile. 

La prima asset class target dell’Opa di Invimit vede come obiettivo iniziale 5mila posti letto, fermo restando che in base alle adesioni il numero di posti letto potrà essere incrementato per soddisfare quante più adesioni perverranno. «Progetto Opa ci permette, da un lato, di dare una risposta al problema della mancanza di posti letto per studenti in Italia, mentre, dall’altra, di mettere in campo uno strumento per concentrare immobili pubblici in un unico veicolo» precisa Giovanna Della Posta, ad di Invimit. «Con questo progetto offriamo alle città universitarie la possibilità di vendere direttamente a Invimit gli immobili adeguati a questa finalità, che grazie a capacità e specifiche professionalità della Sgr di Stato, potranno essere trasformati in tempi più rapidi in nuovi studentati, senza far gravare sugli uffici comunali e soprattutto riportando in vita e a reddito immobili che finalmente possono diventare una risorsa per l’Ente e il territorio» aggiunge il presidente di Invimit Nuccio Altieri. «La disponibilità di posti letto per studenti - prosegue - è un tema sensibile per Napoli e per l’intera regione.

Come Invimit abbiamo pensato che un’operazione così strutturata - con una procedura snella, che non va peraltro ad oberare ulteriormente le amministrazioni locali, già fortemente impegnate per la messa a terra del Pnrr - fosse in grado di dare risposta, in tempi accettabili, a un problema tanto sentito. La carenza di residenze universitarie incide senza dubbio anche sull’appeal delle stesse Università, che con una maggiore offerta di posti letto, avrebbero tutte le carte in regola per attrarre un numero decisamente maggiore di studenti provenienti anche da altri Paesi europei. Per questo, il nostro auspicio è che arrivino molte candidature di immobili proprio da quei territori, come quello campano, dove c’è una lunga storia e una forte tradizione sul campo della formazione».

 

Attualmente in Campania le residenze universitarie disponibili offrono per gli studenti fuori sede appena 1.520 alloggi, di cui 1.200 solo a Salerno, secondo i dati di quest’anno, nei campus di Fisciano, e il resto tra le residenze Flavio a Pozzuoli, e Orientale e Parthenope a Napoli. Un numero davvero irrisorio a fronte di un fabbisogno calcolato in circa 10mila posti. Il progetto messo a punto dalla Regione Campania nel 2022, però, andrebbe a colmare «un gap quarantennale. Non si è investito in residenze universitarie, un bene che si riflette non solo sulla qualità dei servizi offerti, ma anche sul benessere creato agli studenti e al Paese. La Regione però ha iniziato un processo di cambiamento totale» precisa Emilio Di Marzio, presidente Adisurc. Il programma di miglioramento dell’offerta di servizi residenziali universitari in Campania prevede 9 progetti di ristrutturazione, adeguamento e ampliamento per 871 posti letto, di cui 564 solo a Napoli. Si tratta di Casa Miranda, ex Ostello della Gioventù, Istituto Pontificio (complesso Santa Chiara), residenza Tommaso De Amicis, ex Arsenale di via Campegna, residenza Giuseppe Medici di Portici, Convento di San Vittorino e Palazzo Zoppoli a Benevento, Ex Caserma Barducci a Caserta, e l’ampliamento del Campus di Fisciano. Il progetto però aspetta da oltre un anno una firma dal Mur che nega, di fatto, il diritto allo studio per centinaia di studenti. 

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In aggiunta al piano regionale del 2022, il Mur ha dato il via al nuovo progetto per creare 52.500 nuovi posti letto per gli studenti universitari fuori sede entro il 2026. Per raggiungere l’obiettivo è previsto lo stanziamento di 660 milioni di euro di risorse del Pnrr, e per individuare immobili idonei, il Mur ha lanciato una manifestazione di interesse per soggetti pubblici e privati. «Il piano fatto lo scorso anno da noi, prevede solo strutture pubbliche di proprietà del Comune di Napoli, Città metropolitana, Comune di Benevento, ministero della Difesa, Agenzia del Demanio e Fondo Edifici di Culto; ora c’è questa nuova possibilità di coinvolgere privati, ma devono rispondere a requisiti molto esigenti. Penso che sia più fattibile al Nord che al Sud, dove dare per un tempo così lungo (si parla di almeno 12 anni, ndr) una struttura alberghiera, per esempio, in aree turistiche è meno probabile» aggiunge Di Marzio. Con questo bando, però, Invimit si candida a provvedere agli immobili pubblici inutilizzati, che di certo non mancano.

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