Le indagini della Polizia municipale, coordinate dalla quinta sezione Reati ambientali della Procura di Napoli, hanno consentito di accertare che nelle tre aree sotto sequestro sono stanziate attualmente circa 290 persone di etnia rom, di cui 151 minori, insistono numerosi manufatti abusivi, non esistono servizi igienici e lo sversamento delle deiezioni umane avviene direttamente sul suolo senza alcuna immissione in fogna, vi erano allacci abusivi alla rete elettrica e notevoli cumuli di rifiuti, anche combusti e speciali pericolosi, costituiti da scarti di demolizioni edilizie, carcasse di auto, elettrodomestici e copertoni usati.
Nei terreni, spiega il procuratore Nunzio Fragliasso, «sussiste una grave e allarmante situazione igienico-sanitaria, secondo quanto ritenuto dalla Asl».
Inoltre ricorre «un grave e attuale pericolo per la salubrità dell'aria a causa del costante incremento dei roghi di rifiuti nella zona, con potenziale danno per la salute della popolazione residente in prossimità dell'area del campo rom, a ridosso del quale insiste anche la scuola elementare e materna 'Ilaria Alpi - Carlo Levì, avendo le indagini tecniche, in merito alle immissioni nocive, già rilevato il superamento dei parametri normativi prescritti». L'occupazione abusiva delle tre aree, inoltre, determina l'impossibilità di utilizzare le rampe di accesso e di uscita di una vasta zona dell'Asse Mediano, con disfunzioni per tutta la viabilità dell'area nord di Napoli. La Procura ha concesso un termine fino all'11 settembre 2017 prima di procedere allo sgombero coattivo del campo rom, per consentire al Comune di Napoli di reperire idonee sistemazioni abitative per i soggetti destinatari dello sgombero.