Traffico a Napoli, caos annunciato: sei chilometri in un'ora e mezza

Percorso a ostacolo tra i cantieri da piazza Vittoria a piazza Carlo III: più disagi con i lavori in via Acton

Traffico impazzito in via Acton
Traffico impazzito in via Acton
di Paolo Barbuto
Giovedì 23 Marzo 2023, 00:00 - Ultimo agg. 24 Marzo, 07:21
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La claustrofobia che monta quando resti paralizzato nel traffico di Napoli riesci a raccontarla solo se in quel traffico resti stritolato assieme ad altre migliaia di napoletani. Lo sfinimento psicologico e il dolore alla pianta del piede per il continuo frizione-freno-acceleratore, l’abbiamo sperimentato anche noi, ieri mattina, all’esordio della nuova modifica alla viabilità su via Acton: cantiere spostato, auto deviate, tempi di percorrenza cresciuti a dismisura. Ma per testare sulla nostra pelle il demonio dell’ingorgo inestricabile, abbiamo deciso di osare l’inosabile: raggiungere piazza Carlo III partendo da piazza Vittoria attraversando ben due cantieri capaci di paralizzare la città. Confermiamo, quel percorso è il più difficile della Napoli cantierizzata: abbiamo coperto i 5,8 chilometri in un’ora e 25 minuti (in realtà 24 minuti e 51 secondi, ma sono dettagli). Velocità media di 4,1 chilometri l’ora; un pedone che cammina senza affanno va più veloce, 5 chilometri l’ora, andando piano.

La città è appena uscita di casa, tutta nello stesso momento, sono le otto del mattino, il momento più difficile per la viabilità. Partenza fissata da piazza Vittoria ma già raggiungere la piazza è un’impresa. Il cronometro parte all’imbocco di via Arcoleo, direzione galleria Vittoria. Si avanza lentamente, ma si avanza. Il primo vero blocco arriva all’uscita dal tunnel, quando le vetture che stanno più avanti impattano con la deviazione imposta dal cantiere contemporaneo di Metropolitana e Terna, spostato dal «lato mare». Si viaggia lenti, quando arriva la deviazione all’interno della corsia preferenziale le cose vanno un po’ meglio anche se raggiungere l’incrocio di Portosalvo è arduo. In fondo alla strada ci sono due vigili che fanno quel che possono, lo svincolo verso via De Gasperi arriva dopo i primi 19 minuti di percorso.

Da lì a piazza Municipio la consueta ressa che, però, viene digerita in «soli» otto minuti di traffico.

Da quel punto in poi iniziano le reali difficoltà. 

Il percorso da via Medina a piazza Dante è un timido annuncio di quel che accadrà in seguito. Si procede a singhiozzo, si intuisce che già su quelle strade arriva il riverbero del grande caos generato dai lavori di piazza Cavour. Stanno riasfaltando la piazza, le vetture che vanno in direzione di via Foria vengono, tutte, incanalate nel «corridoio» di fianco alla strada che riceve una sola fila di auto, mentre alle spalle c’è il delirio. 

All’altezza di piazza Dante la situazione si fa definitivamente tragica. Tutti fermi, si procede a millimetri, non ci sono vigili perché, secondo logica, su via Pessina che ha una sola corsia in salita e una sola corsia in discesa, non c’è possibilità di migliorare le cose con l’aiuto degli agenti. Ma a Napoli seguire la logica non serve. Dopo cinque minuti di fermo assoluto, un furgoncino guidato da un deficiente che si sente furbo, esce dalla coda e invade la corsia opposta per avanzare più rapidamente. Al deficiente in furgoncino si aggiungono decine di altri deficienti in auto, con il risultato che le vetture che arrivano in senso opposto (e vanno a velocità normale perché sono ormai fuori dal caos) rischiano il frontale. Poi, faccia a faccia con il «trenino dei deficienti» si presenta un autobus che non riesce ad avanzare. Si ferma. E blocca alle sue spalle tutto il traffico che, così, alimenta la paralisi nella zona di piazza Cavour. I furbetti cercano di rientrare, le persone in coda sono riottose: volano parolacce, sale la tensione. Poi, alle spalle della paralisi, si materializza l’urlo di un’ambulanza. Se non ci fossero stati i deficienti il transito sarebbe stato comunque possibile, la presenza di quella fila di auto bloccata davanti al bus, invece, rende la situazione più drammatica. Risolve tutto l’ammirevole autista del bus, capace di arretrare quel tanto per fare spazio al mezzo di soccorso.

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Allo svincolo obbligato su via Conte di Ruvo per gli automobilisti esce un’altra carta degli imprevisti. Se fosse vietato il parcheggio le vetture riuscirebbero a sistemarsi su due file parallele e ridurre il peso della coda alle spalle. Invece in cima alla strada, sulla sinistra, sono comodamente parcheggiati tre giganteschi tir di una produzione cinematografica che non offrono nessuna possibilità di rendere meno drammatica la paralisi: «Ma che film pensate di fare in mezzo a questo cataclisma?», l’urlo della donna dall’abitacolo di una macchina riempie tutta la strada; gli addetti fingono di non sentire, qualche altro automobilista nevrotizzato dalla paralisi applaude, affranto, sul volante. 

Anche su via Santa Maria di Costantinopoli c’è il nastro rosso al posto del parcheggio delle auto sulla destra. Anche lì si avanza a passo d’uomo. Poi arriva l’incrocio verso piazza Cavour (presidiato da due agenti che mulinano le palette cercando di far avanzare rapidamente le auto), parte la battaglia per infilarsi nello stretto corridoio rimasto ai margini della piazza. Da lì in poi è tutto più facile, il traguardo è vicino e il traffico non è più una tenaglia. Percorso piazza Vittoria-Piazza Carlo III attraversato in un’ora e 25 minuti. Nervi a fior di pelle, puzza di frizione bruciata. 

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