Napoli, ospedali in assetto di guerra per la notte di Capodanno: «Niente botti, le corsie sono già piene»

Un sequestro di botti illegali
Un sequestro di botti illegali
di Ettore Mautone
Sabato 31 Dicembre 2022, 00:02 - Ultimo agg. 1 Gennaio, 11:00
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Pronto soccorso in assetto di guerra in città: se ai tanti casi di infezioni respiratorie registrate durante queste feste natalizie dovessero aggiungersi troppi arrivi per le conseguenze degli eccessi di fine anno, sarebbe la tempesta perfetta. Dal 26 dicembre è iniziato un picco di afflussi in ospedale dovuti all’influenza che quest’anno picchia duro e al riemergere del Covid.

L’allarme nelle prime linee è ora massimo con il conto alla rovescia per il Capodanno. Un passaggio atteso con grande timore dai camici bianchi.

Turni rafforzati ovunque ma potrebbe non bastare per fronteggiare l’onda d’urto di eventuali incidenti d’auto per guida in stato di ebbrezza, le lesioni da scoppio di petardi e fuochi d’artificio e l’arrivo di pazienti feriti da arma da fuoco o intossicati da fumi di combustione (bengala) o da droghe e abuso di acolici, questi ultimi consumati a fiumi soprattutto dai giovani ben oltre i tradizionali brindisi della mezzanotte. Da qui l’invito alla prudenza che arriva in primis dal Cardarelli, il più grande pronto soccorso della Campania.

«Da Natale in poi - avverte Fiorella Paladino, primario dell’unità operativa che include l’Osservazione intensiva breve - abbiamo registrato circa 300 accessi al giorno. Tantissimi i casi di polmoniti da influenza, in aumento anche i casi Covid con interessamento respiratorio che erano quasi spariti. Quasi tutti i pazienti in pronto soccorso hanno un interessamento respiratorio e quasi tutti richiedono il supporto con ossigeno. A Capodanno bisogna assolutamente evitare il corto circuito. Tutte le lesioni che solitamente vediamo a fine anno sono evitabili con comportamenti responsabili».

Appelli e inviti alla prudenza condensati nel messaggio “Fatti furbo a Capodanno, non iniziare l’anno in Pronto Soccorso” lanciato dal personale del Cardarelli è stato personalizzato con alcuni utili consigli anche dalla Asl Napoli 1 che ha redatto un manifesto ed un decalogo: si parte dall’invito a non acquistare fuochi d’artificio illegali ma anche a maneggiarli con appropriatezza, all’aria aperta, senza accendini pericolosi per le scintille ma semmai con una sigaretta per controllare la miccia ed evitare esplosioni accidentali. Utile anche indossare occhiali protettivi come anche maneggiare, se proprio si deve, i fuochi legali non con le mani ma con l’ausilio di strumenti.

«Il rischio maggiore - spiega Angela Pensa, primario di Chirurgia della Mano del Pellegrini che avrà due specialisti per turno dal pomeriggio di oggi - è quello del riuso di botti inesplosi la mattina del primo gennaio. I fuochi inesplosi poi vanno sempre bagnati prima di gettarli nell’immondizia». E a proposito di fuochi c’è grande preoccupazione per l’arrivo sul mercato illegale della “bomba Kvara”, nel nome di Kvaratshkelia, il giocatore georgiano che sta letteralmente facendo sognare i tifosi azzurri. «Quest’anno la “bomba Kvara” è un vero pericolo. Senza contare che abbiamo sequestrato anche bombe enormi che contenevano fino a tre chili di materiale esplosivo, e che possono essere letali», spiega Gaetano Savarese, luogotenente dei carabinieri, che poi aggiunge: «Capodanno a Napoli è una grande festa che purtroppo provoca spesso feriti gravi»

Anche il Cto si prepara alla notte del 31: qui il primario del pronto soccorso Mario Guarino ha stabilito un contatto diretto con i carabinieri il cui allerta sarà immediato, senza passare per il 112, in caso di lesioni da arma da fuoco o da botti: «Tutte le lesioni da esplosivi illegali vedranno l’intervento delle forze dell’ordine - chiarisce Guarino - lo stress per noi è duplice. L’invito è a trascorrere un Capodanno sereno ed evitare anche tutti gli altri accessi inappropriati in ospedale per febbri senza complicanze, malesseri aspecifici, malattie croniche curabili a casa. Auguriamo a tutti di trascorrere una giornata senza tragedie nelle famiglie».
 

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