Tasse più alte alle compagnie aeree: per le low cost rischio fuga da Napoli

Tasse più alte alle compagnie aeree: per le low cost rischio fuga da Napoli
di Gianni Molinari
Venerdì 1 Aprile 2022, 07:00 - Ultimo agg. 12:24
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Le compagnie aeree low cost «storcono il muso» sull'aumento dei diritti d'imbarco previsto nel Patto per Napoli e per ora rinviato al 2023. E si allungano ombre.

L'Aicalf (Associazione delle compagnie aeree low fares) aveva già chiesto al governo la rimozione o la significativa riduzione dell'addizionale comunale per tutti gli aeroporti italiani.

In questo momento ciascun passeggero (in partenza) paga una tassa di 6,50 euro destinata ad alimentare, per cinque euro, un fondo di solidarietà previdenziale del settore, gestito dall'Inps, e per 1,5 euro a un fondo del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti: dal 2004 è stata data facoltà ai comuni di aggiungere una propria addizionale.

Hanno usufruito di questa possibilità sostanzialmente i municipi di piccoli scali (ad eccezione di Genova), spesso per raccogliere fondi da spostare (attraverso aumenti di capitale o altre forme) nelle società di gestione (partecipare dagli stessi enti locali) che sia per la modestia del traffico, sia per elementi strutturali avevano bilanci in profondo rosso.

La situazione finanziaria dei comuni ha ora portato a guardare all'addizionale sui diritti d'imbarco come fonte per integrare le risorse locali: Roma, per esempio, ha aggiunto un euro portando i diritti d'imbarco a 7,5 euro (con incasso ipotizzato intorno a sette milioni di euro); Napoli, nel patto con il governo, ha previsto dal 2023 un'addizionale di due euro a passeggero e un incasso ipotizzato di 11 milioni di euro (se si tornerà ai livelli del 2019) o di 4,6 milioni sui livelli 2021. 

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Per le compagnie low fares (cioè basse tariffe), costruendo la loro tariffa in modo del tutto diverso dalle compagnie da quelle tradizionali hanno una riposta diversa tanto da far dire all'Aicalf che «non ci sono dubbi sul fatto che la domanda di trasporto e di viaggi venga negativamente impattata dalle tasse sui passeggeri». Ma Napoli, almeno per ora (2022), non applicherà l'addizionale e - stando all'amministratore delegato di Gesac, la società che gestisce Capodichino, Roberto Barbieri - cercherà di evitarlo anche nel 2023, trovando risorse alternative, per evitare che l'incasso dell'addizionale sposti voli in altri aeroporti e quindi, alla fine incassata la tassa, il danno si riversi sui minori introiti, per la riduzione di arrivi, sull'intero sistema turistico.

Perché se - come ha confermato ieri alla presentazione del ricco programma estivo di Easyjet, il responsabile della compagnia in Italia, Lorenzo Lagorio - sono programmati investimenti importanti a Capodichino (da 4 a 6 aerei nella base per 230 addetti fissi, 37 rotte e 2,5 milioni di posti disponibili), l'attenzione sulla tassazione locale non manca perché ciò che c'è oggi a queste condizioni, non è detto che ci possa essere domani cambiando il quadro. Easyjet, intanto, festeggia 22 anni di continui successi a Napoli con 25 milioni di passeggeri trasportati, una linea diretta con Gesac (di reciproca soddisfazione) e un piano estivo che collega tutte le destinazioni di mare alla città (new entry Lampedusa e Skiathos, la conferma di Kos, Santorini e Cefalonia, le egiziane Sharm el-Sheikh e Hurghada) oltre ai voli per il principale aeroporto parigino Parigi Charles de Gaulle (CDG). 

A confermare quanto sia fertile il terreno di Capodichino, Wizz Air ha annunciato ieri un nuovo volo per Cluj-Napoca (Romania) e Finnair, la compagnia di bandiera finlandese, la riapertura per l'estate della rotta con Helsinki.

Tutto questo movimento traina Capodichino a recuperare i volumi pre-pandemia: a febbraio nello scalo napoletano sono transitati 447.911 passeggeri, il 25% in meno sul pre-Coviv febbraio 2020. «Abbiamo ricostruito il network - ha detto Barbieri - che conta 108 destinazioni, di cui 16 nazionali e 92 internazionali e ci auguriamo che il mercato risponda positivamente, rimettendo in moto un indotto che ha fortemente risentito della crisi pandemica». 

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