Vincenzo, addio da eroe: «Sapeva fare il bene»

Vincenzo, addio da eroe: «Sapeva fare il bene»
di Nello Fontanella e Carmen Fusco
Lunedì 23 Luglio 2018, 07:30 - Ultimo agg. 13:23
3 Minuti di Lettura
Funerali di Stato. Vincenzo Ottaviano, l'appuntato scelto dei carabinieri morto l'altra notte travolto da un'auto mentre era impegnato nei rilievi di un incidente stradale, é stato salutato da eroe. Nella piccola chiesetta di Sasso, la frazione di Roccarainola dove il militare, 40 anni compiuti la settimana scorsa, era nato e cresciuto, sono arrivati il comandante generale dell'Arma Giovanni Nistri e il ministro della Difesa Elisabetta Trenta. A rendere omaggio al carabiniere in servizio alla compagnia di Castello di Cisterna anche il prefetto di Napoli Carmela Pagano e il questore Antonio De Iesu. Tra i banchi rappresentanti della Guardia di Finanza, dell'Esercito oltre che i vertici dell'Arma in Campania. Sulla bara avvolta nel tricolore, la maglietta della squadra che aveva fondato: il Real Sasso. L'icona delle sue ragioni di vita: l'Arma e il suo piccolo paese. Lo Stato, la sua famiglia e la comunità. In chiesa il feretro é stato portato a spalla dai colleghi della compagnia di Castello di Cisterna, commossi e provati dalla terribile sequenza che nel giro di pochi secondi ha spezzato la vita di un giovane padre di famiglia.
 
«Sono qui - ha detto il generale Nistri - per abbracciare a nome di tutta l'Arma non solo la famiglia, ma anche la comunità intera che ha mostrato vicinanza al nostro compianto appuntato e a tutti noi. La fredda scheda, il curriculum di Vincenzo lo voglio riempire con le parole che ho ascoltato dai sui concittadini: era un altruista, un pezzo di pane, un ragazzo d'oro. Un uomo che a 20 anni ha scelto di servire la patria e la comunità». «Vincenzo - ha proseguito Nistri con la voce rotta dalla commozione - ha scelto di fare del bene e di farlo bene. Era un'eccellenza nel sociale ed era diventato presidente della squadra di calcio del Real Sasso non per conquistare una carica ma per dare carica e per togliere i ragazzi dalla strada». Il comandante generale dei Carabinieri ha avuto un pensiero anche per Attilio Picoco, il vicebrigadiere rimasto gravemente ferito nell'incidente di venerdì sera e che è ricoverato al San Giovanni Bosco di Napoli, e per Benigno De Gennaro, l'altra vittima dell'assurda tragedia avvenuta sulla Nola - Villa Literno all'altezza di Acerra. Le parole più toccanti sono state però riservate a Salvatore, il figlio di Vincenzo. Il bimbo ieri non era in chiesa, ancora non sa che il suo papà non tornerà più a casa: «Babbo non era un eroe, era un uomo qualunque, un carabiniere qualunque, ma si é speso per la famiglia, per l'Arma e per la comunità e questo lo rende più che eroe».

Lacrime e commozione. Distrutti dal dolore i genitori Carmela e Salvatore, ex finanziere, e la moglie Genoveffa Nappi. Nulla ormai sarà come prima in quella famiglia ammirata da tutti per l'armonia che trasmetteva. Dal pulpito don Virgilio Marone ha letto uno dei messaggi ricevuti da parte di Vincenzo nel corso del tempo: «Sognavo di fare il carabiniere da quando avevo l'età di mio figlio, difendo un ideale con le stellette al collo». Poi la preghiera del carabiniere. E sulla chiesa é sceso il silenzio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA