Cardarelli, a Napoli è boom di ricoveri non Covid: trasfusioni in barella

Cardarelli, a Napoli è boom di ricoveri non Covid: trasfusioni in barella
di Melina Chiapparino, Ettore Mautone
Martedì 5 Gennaio 2021, 23:34 - Ultimo agg. 6 Gennaio, 15:49
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Folla di pazienti al pronto soccorso del Cardarelli invaso dalle lettighe a rotelle che occupano tutte le aree al piano terra del presidio. Dai primi giorni dell’anno sono ricomparse le barelle che stanno facendo registrare un record di ammalati. Intanto, oggi, all’Ospedale del Mare, il direttore generale della Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, ufficializzerà la composizione di un gruppo di lavoro che dovrà verificare percorsi e procedure del più grande punto di approdo delle emergenze in città dopo il Cardarelli. Ma torniamo al caos barelle. Ieri mattina, erano 50 i pazienti sistemati sui letti a rotelle e, una parte di questi, eseguivano anche trasfusioni di sangue. I positivi al Covid sono una percentuale molto ridotta ma il vero problema è la difficoltà di assistenza di un così alto numero di ammalati che sosta troppo a lungo nel pronto soccorso prima del trasferimento in reparto. I pazienti, in molti casi, attendono alcuni giorni prima di essere ricoverati e questo comporta l’affollamento.


I RICOVERI
La media di ricoverati nel pronto soccorso del Cardarelli oscilla tra i 40 e i 50 assistiti. Il rallentamento del trasferimento nei reparti è causato dalla funzione “duplicata” del presidio collinare - come spiega Giuseppe Longo, direttore generale. «Si è verificato un aumento degli accessi di pazienti non Covid che deve essere assorbito da una struttura ospedaliera che ora ha una doppia funzione - dichiara Longo che sottolinea come il Cardarelli abbia conservato 155 posti letto Covid, di cui 15 in Terapia Intensiva».

E adesso «con l’impennata dell’assistenza ordinaria» è in corso una riconversione di posti letto per i pazienti non Covid. «L’ospedale è in continua rimodulazione: oggi sarà riaperta la IV Medicina e avremo altri posti letto ordinari così da decongestionare il pronto soccorso», conclude il direttore generale, che specifica come «le trasfusioni di sangue siano un tipo di assistenza prevista e normalmente eseguita nel pronto soccorso». 

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GLI ESPERTI
Intanto, sull’imbuto di pazienti che si crea da mesi, acuito dall’emergenza Covid, nel pronto soccorso dell’Ospedale del Mare, il direttore generale della Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, ufficializzerà oggi la composizione di un gruppo di lavoro formato da esperti interni e di altre aziende ospedaliere campane (Ruggi, Cardarelli e altre), che per una quindicina di giorni verificheranno percorsi e procedure del più grande punto di approdo delle emergenze e urgenze in città dopo il Cardarelli. Un audit già programmato che mira ad individuare eventuali falle organizzative e a migliorare percorsi e trattamenti dei pazienti in pronto soccorso, e nella fase di smistamento verso i reparti di degenza. Un’analisi critica e sistematica della qualità dell’assistenza medica (o sanitaria) che include le procedure utilizzate per la diagnosi e il trattamento, l’uso delle risorse, gli esiti e la qualità di vita dei pazienti. Tutti aspetti da approfondire sotto il punto di vista organizzativo, clinico, economico e gestionale. Da mesi il pronto soccorso di Napoli est è sotto pressione con una vita resa più complessa dall’emergenza Covid. La squadra dei medici che operano in quella trincea guidata da Vittorio Helzel è stata rimaneggiata, negli ultimi mesi, da alcune defezioni di specialisti che hanno vinto il concorso in altre aziende e lasciato la Asl Napoli 1. Nei mesi scorsi è arrivata anche la visita degli ispettori del lavoro dopo una lettera dei dottori della Medicina d’urgenza ai vertici dell’Asl e dell’ospedale per denunciare le carenze strutturali e di personale. Il nodo principale sarebbe rappresentato dal flusso di pazienti gravi stabilizzati in pronto soccorso, in Osservazione intensiva e in Medicina di urgenza in quanto non troverebbero accoglienza nei reparti specialistici. 
 

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