Napoli, Cardarelli ai raggi X: perché il pronto soccorso è così affollato

Napoli, Cardarelli ai raggi X: perché il pronto soccorso è così affollato
di Maria Pirro
Giovedì 4 Novembre 2021, 17:54 - Ultimo agg. 5 Novembre, 15:01
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I medici e infermieri chiedono ai vertici del Cardarelli una soluzione contro il sovraffollamento del pronto soccorso. «È un fallimento», scrivono in un documento sindacale per denunciare le difficoltà nel garantire le migliori cure a ogni paziente, ma anche ad assicurare la riservatezza e la dignità in corsia. Difficile rispettare persino il distanziamento anti-Covid, avvertono. Poi denunciano la fuga del personale e le carenze sempre più gravi in organico. Questioni note ai dirigenti dell'ospedale più grande del Sud, già alla ricerca di correttivi: per questo, loro hanno analizzato le cause del problema in una delibera (la 1068), indicandole in sequenza. Essenzialmente tre criticità fanno sì che gli ammalati restino per ore o per giorni sulle barelle.

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La prima ragione è dovuta alla grande affluenza determinata dalla mancata integrazione dei servizi tra ospedali e territorio, dal deficit nelle cure primarie e dagli effetti collaterali della pandemia, con intere strutture trasformate in Covid center.

Una possibilità di decongestionamento, dunque, consiste nel diversificare i percorsi nei trattamenti terapeutici, come avviene nel Regno Unito, in modo da affidare la gestione delle "urgenze non così urgenti" a un infermiere e direttamente allo specialista. Liberando così il pronto soccorso. Per farlo, un'opzione è individuare stanze di attesa all'esterno.

La seconda motivazione del caos è collegata ai tempi di diagnosi, più lunghi quando servono esami specialistici come la tac. Senza parlare di guasti improvvisi alle apparecchiature (dovuti anche all'utilizzo intensivo) o alla programmazione di indagini ancora più sofisticate e limitate. Di qui la necessità di predisporre un monitoraggio.

Il terzo elemento all'esame riguarda le complicazioni riscontrate nel trasferire i degenti che non trovano posto nelle strutture dedicate. Ecco perché si punta ad aumentare le dimissioni nei festivi e prefestivi e a stabilire un numero di letti riservati, sempre disponibili. «Ma è fondamentale anche un intervento diretto della Regione Campania», interviene Salvatore Siesto, coordinatore infermieristico del dipartimento medico polispecialistico del Cardarelli e componente della rsu. Vuol dire che operatori e manager, da soli, non possono farcela, nonostante gli sforzi quotidiani e le ulteriori attività programmate. E, con l'arrivo del maltempo e dei malanni stagionali, è già annunciato un nuovo picco di accessi e di disagi.

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