Investe tre ciclisti e ne uccide uno,
il pirata arrestato dal carrozziere

L'auto dopo l'impatto
L'auto dopo l'impatto
Mercoledì 3 Ottobre 2018, 06:55 - Ultimo agg. 4 Ottobre, 00:00
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Un 24enne investe 3 ciclisti albanesi che stavano andando al lavoro nei campi nel Napoletano e fugge: uno, Deda Bexhet, 26enne, muore e gli altri due finiscono in ospedale. L'investitore poi si ferma, ma solo per cambiare uno pneumatico dell'auto risultata con motore truccato. I carabinieri identificano e arrestano il pirata dal carrozziere dove si era recato per controllare lo stato dei lavori di riparazione del mezzo. È accaduto a Giugliano lunedì 24 settembre scorso alle 6 del mattino ma se ne ha avuto notizia oggi.

L'uomo, Renzo Griffo, incensurato, è agli arresti domiciliari in attesa del processo per omicidio stradale e omissione di soccorso. L'arrestato ha raccontato al giudice di essersi trovato in stato di choc subito dopo l'episodio ma di essere poi tornato indietro una ventina di minuti dopo l'impatto. Una versione che gli inquirenti non hanno ritenuto del tutto plausibile. In base agli accertamenti investigativi, infatti, l'uomo ha svolto alcune attività come quella di cambiare la gomma sgonfia, di avvisare la propria azienda sull'impossibilità di recarsi al lavoro (fa il meccanico) e di telefonare al proprio medico per la relativa certificazione. Si è recato, inoltre, dal carrozziere per la riparazione del parabrezza. 
 
 

Secondo la ricostruzione dei militari Griffo, alla guida della sua utilitaria blu e percorrendo una strada rettilinea molto stretta tra il Napoletano e il Casertano, aveva travolto tre albanesi che in bicicletta stavano andando a lavorare nei campi. Uno degli investiti era rimasto ferito mortalmente. Gli altri due, ricoverati in ospedale, avevano riportato lesioni e contusioni di vario tipo. Subito dopo il fatto il 24enne si era allontanato, mettono in evidenza i carabinieri, senza prestare o chiamare i soccorsi per poi fermarsi più avanti, ma solo per cambiare uno pneumatico della vettura che a causa dell'urto si era sgonfiato.

Tornato nella sua città, a Villa Literno, nel Casertano, aveva portato la vettura dal suo carrozziere di fiducia chiedendogli di riparare le ammaccature e di sostituire il parabrezza rotto nell'urto. Sul luogo dell'incidente i carabinieri della compagnia di Giugliano avevano effettuato i rilievi e sottoposto a sequestro la bici del 26enne morto e alcuni frammenti di carrozzeria dell'auto. Il giorno seguente i militari dell'Arma di Giugliano hanno identificato l'autista grazie all'esame di immagini degli impianti videosorveglianza installati in attività commerciali vicine al luogo dell'incidente e controllando una a una le officine e i carrozzieri della zona di Villa Literno sono riusciti a trovare la vettura dell'investitore accertando che vi era stato montato un motore truccato. Proprio mentre i militari stavano ispezionando la vettura è arrivato in officina il 24enne che voleva accertarsi dello stato di lavori. E i militari lo hanno immediatamente fermato. 
 

Una vicenda che l'avvocato penalista Piergiorgio Assumma, presidente dell'Onvos (Osservatorio nazionale per la tutela delle vittime di omicidio stradale), commenta così: «Come Osservatorio stiamo portando avanti la proposta di riforma di legge, affinché si preveda secondo il nostro codice di procedura penale il prelievo coattivo del sangue, per accertare lo stato di alterazione. Ciò rappresenta una garanzia di repressione di questo fenomeno, che costituisce buona percentuale degli omicidi stradali». E parlando del caso aggiunge: «Sicuramente il giovane 24enne sarà giudicato per omicidio stradale, con una pena che sarà aumentata fino al triplo, viste anche le lesioni riportate dagli altri due ciclisti».

«Bisognerà stabilire, poi, dai rilievi sul posto se è possibile contestare anche una delle aggravanti, inerenti a esempio il superamento di determinati coefficienti di velocità su circuito urbano/extraurbano oppure per sorpasso o passaggio con semaforo disposto a rosso» conclude il presidente dell'Onvos.
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