Napoli, sul cassonetto spuntano catena, lucchetto e cartello: «Si apre alle ore 19»

Il cassonetto chiuso con catena e lucchetto a Pianura
Il cassonetto chiuso con catena e lucchetto a Pianura
di Gennaro Morra
Domenica 8 Settembre 2019, 20:08
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Un’iniziativa dettata sicuramente dall’esasperazione quella messa in atto da un ignoto residente, che nel quartiere Pianura ha inibito al pubblico l’uso di un cassonetto dei rifiuti serrandolo con catena e lucchetto. E sul contenitore grigio ci ha lasciato anche un cartello che recita: «Il cassonetto si apre alle ore 19». Una soluzione estrema e non proprio lecita, che cerca d’imporre le regole di conferimento dell’immondizia spesso disattese da buona parte dei napoletani, che in molte zone della città getta i rifiuti a qualunque ora e senza differenziarli nel modo corretto.
 
Un problema oggettivo, ma che non può essere risolto attraverso l’iniziativa estemporanea e arbitraria di un privato cittadino. E con questo spirito l’episodio è stato denunciato sulla pagina Facebook del sito web IlcorrierediPianura.it, che ha pubblicato la foto del cassonetto chiuso a chiave, allegandola a un post in cui si legge: «Ricordate il cittadino che "nascose" il cassonetto da via San Donato? Ebbene si è superato, armato di martello e trapano ha messo un lucchetto, avvisando la gentile cittadinanza che aprirà il cassonetto solo alle ore 19.00».

Un post che ha innescato un acceso dibattito tra gli abitanti del quartiere che hanno commentato la notizia. E sono molti gli utenti che seguono la pagina ad approvare l’azione del loro concittadino: «A mali estremi, estremi rimedi – scrive Luca –. Che ben vengano questi atti estremi per inculcare alle persone il rispetto e l'educazione civica. Penso di essere uno dei pochi "coglioni" che la spazzatura la getta la sera (anche col diluvio) dopo aver cenato per farla stare il meno possibile per strada». E Vincenzo è sulla stessa lunghezza d’onda: «Evidentemente la gente incivile come dappertutto non rispetta gli orari stabiliti dalle 20.00 alle 24.00. E il signore o signora che ha messo il lucchetto è stufo di sentire la puzza o altro davanti al suo cancello o palazzo». Ancora più entusiasta il commento di Valeria: «Ha fatto benissimo, sei un genio. A via Vecchia i cassonetti già sono pieni a quest’ora. È una vergogna! Almeno così si cerca di sensibilizzare i cittadini pianuresi a essere un po’ più civili. Ti voglio conoscere».
 
Ma i consensi per l’ignoto “gestore” del cassonetto non sono unanimi, c’è anche chi non plaude all’idea: «Stiamo arrivando all’assurdo – scrive Mario –. Questo si crede di fare i suoi comodi. La settimana scorsa sono addirittura scomparsi i cassonetti partendo dal punto della foto fino alla fine della strada (non so se sia stato lui). Comunque, tutti sanno chi è ma nessuno fa nulla». E Olimpia è d’accordo: «Il cassonetto è di tutti, non di questo individuo che si crede di essere il padrone. Il problema grande è che ognuno getta la spazzatura quando gli pare».
 
Al di là dei giudizi più o meno positivi sull’iniziativa, è innegabile che l’episodio di Pianura mette in evidenza una situazione di disagio vissuta in tutta la città, come sottolineano anche il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e lo speaker radiofonico, Gianni Simioli: «Sicuramente il metodo utilizzato è discutibile: non è possibile apporre un lucchetto ad un cassonetto pubblico e ‘farsi giustizia’ da solo – scrivono i due in una nota –. Ma di certo quello dell’errato orario di conferimento è un problema serio che va affrontato con la massima attenzione». E concludono: «Le persone, purtroppo, devono imparare ancora come e quando si deposita la spazzatura e forse è il caso di riflettere seriamente sull’apertura e la chiusura temporizzata dei cassonetti per educare anche gli incivili più duri di comprendonio. Le istituzioni hanno il compito di analizzare la criticità e magari adottare soluzioni alternative, come l’affido dei cassonetti alle associazioni, ai condomini o ai volontari che possano prendersene cura ed impedire il conferimento selvaggio. Una decisione sicuramente drastica, ma con la tutela dell’ambiente ed il decoro urbano, forse, è arrivato il tempo di farla finita con le mezze misure».
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