«Gli stranieri a quel tempo - ha affermato - appartenevano a diverse nazioni ma nessuno veniva allontanato. Napoli era 'la comunis patria' e ancora oggi è una città plurale, multi religiosa, multietnica in cui c'è bisogno ancor di più di respirare e rivivere quella dimensione di carità che non conosce confini». Ad aprire la cerimonia, il primicerio Vincenzo Galgano che, citando il volume dedicato ai Pellegrini da Ludovico dè Santi, ha ricordato come «a quella pagina di assistenza se ne sono aggiunte tante, soprattutto con la cura dei malati poveri, mantenendo inalterata l'opera di fede e di carità verso i sofferenti».
L'Arciconfraternita fu fondata nel 1578 da sei artigiani, tra cui Bernardo Giovino che ne fu il promotore, per assistere quanti nel corso del loro pellegrinaggio sostavano a Napoli.
La celebrazione è stata presieduta dall'Arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, secondo cui questi festeggiamenti «non solo ci spingono a ricordare la storia ma anche ad attuarla nel nostro tempo affinchè diventi motivo di opportunità». Le celebrazioni, moderate dal direttore di Rai Vaticano Massimo Milone, si sono concluse con il concerto dell'Orchestra giovanile Sanitansamble e dei Cori polifonici a voci miste Musique Esperance e Note legali.