Napoli, centrale di documenti falsi vicino la moschea. Giovani e clandestini: i clienti del ghanese

Napoli, centrale di documenti falsi vicino la moschea. Giovani e clandestini: i clienti del ghanese
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 26 Ottobre 2017, 10:59 - Ultimo agg. 11:05
2 Minuti di Lettura

Soggetti immigrati di ultima generazione: giovani, tra i venti e i trenta anni (solo qualcuno di 40-45 anni), quasi tutti di origine africana. Sono questi i clienti di Mohamed Alì Tahiru, il 42enne ghanese arrestato due giorni fa in zona Vicaria Mercato, come responsabile di una stamperia abusiva di documenti falsi.
 



Per sette giorni, il ghanese è stato tenuto sotto controllo da parte degli inquirenti, che lo hanno stanato all'interno di un appartamento preso in fitto in vico Fondaco a Vicaria vecchia. Un'azione di appostamento che ha prodotto risultati concreti, al di là dell'arresto di Tahiru, ristretto da due giorni in una cella di Poggioreale.

Sono stati sequestrati circa 7500 documenti di ogni tipo, tra carte di identità, passaporti, carte di circolazione e tessere sanitarie, ma anche tremila euro, timbri, scanner e puntatori laser. In cella per reati che vanno dalla ricettazione alla contraffazione, Tahiru aveva contatti soprattutto con immigrati giovanissimi, gente che probabilmente era approdata in città solo da qualche settimana e che è stata indirizzata a colpo sicuro nella rete di contatti del ghanese.

Via Torino, via Firenze: due strade vicine, alle spalle della stazione centrale, dove sono nate in questi anni due Moschee. Stanze adibite a centri di culto, punto di riferimento obbligato per il 42enne finito in manette, che trascorreva diverse ore - specie di mattino - nei pressi della Moschea di via Torino. È qui che è stato visto mentre dialoga con immigrati giovanissimi, a volte anche di solo venti anni. Probabilmente le loro foto sono tra quelle trovate affisse alla parete della sua casa-stamperia, tra i clienti bisognosi di rifarsi una vita qui a Napoli, grazie ad una centrale del falso attiva da sempre.

Una vicenda di competenza del pool antiterrorismo del procuratore aggiunto Rosa Volpe, che attende una informativa su tutta la trama di contatti e relazioni riconducibili al cittadino ghanese.

Decisivo il lavoro investigativo degli uomini della sezione investigativa centrale della polizia municipale, sotto il comando del capitano Giuseppe De Martino, che hanno un'idea chiara della pista da battere: sono stati sequestrati due telefonini cellulari, destinati ad essere esplorati nei prossimi giorni, dinanzi a un giudice e ai legali di parte. Facile immaginare che dagli archivi informatici dei due smartphone acquisiti possano venire fuori elementi in grado di dare sostegno alle accuse battute.

Continua a leggere sul Mattino Digital

© RIPRODUZIONE RISERVATA