Napoli, rivolta contro lo striscione anti-movida: «Rovina il decoro, va rimosso»

Napoli, rivolta contro lo striscione anti-movida: «Rovina il decoro, va rimosso»
di Mariagiovanna Capone
Sabato 27 Ottobre 2018, 08:32 - Ultimo agg. 10:06
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Quando ha ricevuto la comunicazione, Giovanni Citarella ha pensato a uno scherzo. Poi si è reso conto che si trovava di fronte a una richiesta paradossale. Da oltre tre anni porta avanti la sua battaglia contro la movida selvaggia e, tramite uno striscione affisso al balcone, invita i fruitori dei locali di via Bellini, dove abita, a un comportamento più rispettoso. Questo perché il suo appartamento è posto esattamente sopra a una serie di locali affittati in passato a bar e locali notturni privi di insonorizzazione, che gli hanno impedito di dormire la notte, al punto da dover adire alle vie legali. Nell'aprile scorso, il giudice aveva accolto le sue istanze riguardo le immissioni rumorose prodotte ma il gestore alla fine ha deciso di lasciare i locali. Ora i proprietari, probabilmente su richiesta dei nuovi affittuari, hanno sollecitato l'amministratore del condominio a far rimuovere quegli striscioni perché rovinerebbero «l'estetica e il decoro del fabbricato». Citarella però non ci sta e sentenzia: «Io non tolgo nulla. Non sto commettendo nessun reato».
 
Uno striscione dallo sfondo giallo con la scritta «Scusate il disturbo... se qui vive gente che ha diritto al riposo» e poi una sfilza di associazioni di residenti riunite nel comitato per la Quiete pubblica e la vivibilità cittadina. È lì da almeno tre anni come «invito alla civiltà per i fruitori della movida di via Bellini» spiega Giovanni Citarella, che vive al piano nobile di un edificio storico la cui pecca è quella di avere al piano stradale «locali commerciali non insonorizzati, affittati a bar che proponevano persino musica dal vivo, con il risultato che a casa mia si sentiva tutto a tutte le ore». A dargli ragione era arrivata la sentenza della quarta sezione civile del Tribunale di Napoli nell'aprile scorso, che aveva stabilito che il locale «Slash», se voleva restare aperto, doveva insonorizzare completamente gli spazi e ridurre l'emissione dei suoni a una potenza massima di 100 watt per sottofondo musicale.

Il proprietario del club optò per la chiusura, non potendo sostenere il costo per l'insonorizzazione. Nelle ultime settimane, però, quello spazio, e anche quello adiacente sfitto da alcuni anni, avrebbero trovato un nuovo investitore. E quel cartello potrebbe infastidirlo. Così i proprietari hanno inviato la diffida al condomino.

Citarella è in attesa che l'amministratore del condominio di via Bellini 44 prenda una posizione sulla richiesta dei proprietari dei locali commerciali. «Chiedono la rimozione dello striscione, adducendo a un'esposizione non autorizzata che deturpa e altera l'estetica e il decoro del fabbricato. Inoltre minacciano di avviare azioni giudiziarie nel caso che la rimozione non avvenga» spiega Citarella. «Io non tolgo nulla, anzi continuerò a difendere il mio diritto al riposo e mi tutelerò in tutti i modi, visto che la sentenza ha appurato che i locali non sono insonorizzati e ciò arreca disturbo alla salute mia e di mia moglie».

«È un paradosso» interviene Gennaro Esposito, presidente del Comitato per la Quiete pubblica. «Questa storia mostra la mancanza assoluta di solidarietà e la protervia dei proprietari immobiliari ad affittare locali non consoni da adibire a discoteche, balere o pseudo-locali che si spacciano per bar ma che sono tutt'altro. Tanto a pagare il prezzo più alto, in termini di salute, sono i residenti». Esposito invita poi «tutti i cittadini che sono afflitti da questi problemi ad appendere ai loro balconi striscioni simili. Non arrendetevi: chi vuole potrà contattarci. Non abbiate timore di rivendicare i vostri diritti». Il presidente del Comitato aggiunge poi «massima attenzione all'apertura dei locali di via Bellini. Un giudice si è già espresso e ha chiesto l'insonorizzazione: se i lavori di messa a norma non saranno eseguiti a perfezione, ci tuteleremo».
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