Napoli, la Cgil fa quadrato in assemblea: «Ascoltate il lavoro. E Meloni prenda le distanze dai fascisti»

Napoli, la Cgil fa quadrato in assemblea: «Ascoltate il lavoro. E Meloni prenda le distanze dai fascisti»
di Alessio Liberini
Mercoledì 28 Settembre 2022, 19:28
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La Cgil fa quadrato in tutto lo stivale in vista della manifestazione nazionale «Italia Europa, ascoltate il lavoro» in programma il prossimo 8 ottobre a Roma a quasi un anno esatto dall’assalto di stampo fascista, avvenuto il 9 ottobre 2021, nella sede nazionale del sindacato. E a margine della tornata elettorale dello scorso 25 settembre che ha visto trionfare il leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Numerose quindi le assemblee promosse dal sindacato, da Nord a Sud del Paese, per avvicinarsi alla giornata romana a cui prenderà parte anche il segretario generale, Maurizio Landini.

L’insediamento del nuovo esecutivo avverrà, ad ogni modo, in uno stato di grande incertezza sociale, specialmente al Sud. Dal boom astensionismo alle urne in Campania, passando per caro energia e inflazione, fino alle crisi industriali – alcune storiche – che insistono in tutta la Regione. Dalla sanità pubblica alla sicurezza sui luoghi di lavoro fino agli odierni salari e pensioni troppo bassi per una vita sempre più dispendiosa. Questi sono solo alcuni dei temi caldi affrontati stamane nel corso dell’assemblea delle delegate e dei delegati della Cgil Napoli e Campania. Svolta nella sede della Fondazione “Figli in Famiglia” a San Giovanni a Teduccio. Un tempo quartiere a grande vocazione operaia oggi triste cartolina di una desertificazione industriale nostrana che in questi territori è andata di pari passo con l’aumento di un'attività criminale sempre più variegata. 

«Il Futuro con il Lavoro» è il titolo scelto per l’assemblea dai sindacalisti campani. Ma nel Mezzogiorno questo futuro è purtroppo, ancora oggi, soggetto a grandi ombre: «Siamo preoccupati - dice il segretario della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, riferendosi alle tante vertenze aperte in Campania – Oggi c’è un incontro al ministero con Whirlpool, speriamo si faccia chiarezza anche sulla vicenda ambientale legata al sito di via Argine, e nelle prossime ore su Jabil. In questo cambio di governo, molto probabilmente anche di dicasteri, corriamo il rischio di perdere l’obbiettivo che è quello di garantire a questi lavoratori una continuità, per Whirlpool, e una collocazione con prospettive di lavoro per Jabil. La vertenza Dema è inoltre un altro caso emblematico».

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«Al nuovo Governo che sta per formarsi e alla presidenza della Giunta regionale – insiste Ricci – va detto che la Campania è un caso nazionale. Bisogna ascoltare il lavoro: sulle politiche industriali e sulle grandi dismissioni e crisi la nostra Regione è un caso nazionale.

E, purtroppo, quello che non aiuta è il contesto generale che viviamo: aumentano le bollette, si riducono i consumi e il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni si sono ridotti del 30%».

A prendere parte all’assemblea è stato anche il segretario della Cgil Nazionale, Emilio Miceli. «Se il Governo decide di fare la flat tax significa che non ha tempo per il lavoro – tuona Miceli – è evidente che, sul versante dei rapporti, cominceremo male. Staremo a vedere che anima avrà questo nuovo esecutivo, anche nei rapporti con l’Europa». «L’inflazione all’otto per cento – evidenzia il segretario nazionale – mangia i salari. Intere generazioni di lavoratori conosceranno per la prima volta cosa significa l’effetto dell’inflazione sugli stipendi. Questo sarà un problema serio del quale il Governo, ma anche i contratti collettivi nazionali, dovranno tener conto. Ci ritroviamo di fronte ad una fase difficile».

Un periodo, quello che anticipa la nascita del nuovo Governo, a cui si aggiunge per le parti sociali lo spettro del fascismo. Uno spauracchio difficile da non tener a mente specialmente nel giorno in cui a Napoli si ricordano i valorosi partigiani delle Quattro Giornate. Al corteo romano del prossimo 8 ottobre prenderanno parte anche numerose delegazioni di sindacati internazionali ma, sulle pagine della stampa estera, da ogni parte del globo si legge che quello della Meloni sarà il Governo italiano «più a destra dai tempi di Mussolini». Dei tanti delegati intervenuti nel corso dell’assemblea nessuno, ma proprio nessuno, si dice sereno da ciò.

«Noi – ricorda il segretario nazionale del sindacato - abbiamo subito un’aggressione squadrista e fascista. Questo significa che i fascisti in questo Paese ci sono. Hanno un nome un cognome ed anche una sigla. Il primo problema è di Giorgia Meloni è lei che deve prendere le distanze da tutto ciò che è un residuo del fascismo». «Se sarà il prossimo presidente del Consiglio - precisa Miceli - ha il dovere di marcare una distanza. Ha il dovere di tenere fede ai valori costituzionali e repubblicani di questo nostro Paese».

«Le analisi del voto non spettano ad un’organizzazione sindacale come la nostra – chiarisce il segretario regionale Ricci, precisando che in ogni caso «non ci sottrarremo al confronto ne con la Meloni ne in generale con la destra» – ma sarei ipocrita a non sostenere che questo voto non è di centro destra ma di destra. Spero che la grande rete democratica e antifascista, come ribadiremo l’8 ottobre in piazza, scuota le coscienze perché c’è un’idea di Paese di attacco ai diritti e alle grandi battaglie delle lavoratrici e dei lavoratori che ci fa preoccupare».

Oggi, come osservano tante sindacaliste, è la giornata internazionale dell'aborto sicuro. Un tema soggetto a non poche polemiche durante tutta la campagna elettorale di Fratelli d’Italia: «Ci dicono che la Meloni potrebbe essere il primo Premier donna in Italia. Onestamente da donna non mi sento così orgogliosa» racconta amareggiata una delegata. Mentre, restando sui diritti delle donne, un momento di grande commozione si registra quando sul palco della fondazione sale Samira Lofti Khah, segretaria Flai Cgil Caserta di origine iraniana, che a termine del suo intervento chiede ed ottiene «un applauso per il sacrificio di Mahsa Amini, la giovane iraniana uccisa perché non portava correttamente il velo».

Restando sul fronte caldo dell’emergenza lavoro in Campania. Nel corso dell’assemblea è stata portata, in prima persona, anche una testimonianza diretta dalla vertenza Jabil di Caserta. Dove solo la scorsa settimana l’azienda ha annunciato il licenziamento di altri 190 operai. Sullo sfondo di una crisi che va avanti dal lontano 2019 a suon di esuberi e riconversioni promesse ma mai del tutto decollate. «Siamo stanchi – racconta l’Rsu di fabbrica e sindcalista Fiom, Michele MadonnaAl nuovo Governo? Chiediamo un intervento sulla legge per le delocalizzazioni e soprattutto un intervento per queste multinazionali che in Italia, non solo in Campania, fanno quello che vogliono a discapito dei cittadini. Abbiamo a Napoli l’esempio della Whirlpool ora che facciamo concediamo altra carne da macello anche a Caserta. Credo che questo non deve essere consentito».

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