Baretti di Chiaia, residenti denunciati: «Siete voi a disturbare i nostri clienti»

Alle due di notte la polizia ha bussato a casa di una coppia: «Ci segnalano rumori molesti»

Bruno Calò e Giuliana Marotta, residenti denunciati dai baretti di Chiaia
Bruno Calò e Giuliana Marotta, residenti denunciati dai baretti di Chiaia
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Martedì 23 Maggio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 24 Maggio, 08:54
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Sono le 2,30 della notte fra sabato e domenica, l’area dei baretti di Chiaia è sepolta dagli avventori dei baretti, l’aria è densa di urla, risate, musica che deborda dall’interno dei locali. In un appartamento che affaccia sulle stradine della movida, marito e moglie si sono rintanati nella camera da letto, che hanno spostato sul retro sperando di riuscire ad allontanarsi dal frastuono. Sono riusciti ad addormentarsi da poco, quando trilla il campanello. Alla porta due agenti di polizia: ci hanno segnalato che dal vostro appartamento giungono rumori molesti che disturbano la vita dei locali sottostanti, dobbiamo verificare.

Ad aprire la porta nel cuore della notte, Bruno Calò e Giuliana Marotta che hanno deciso di raccontare questa vicenda assurda per tentare di far comprendere al resto della città cosa significa abitare nel quadrilatero dei baretti: «Vi rendete conto? - la più disperata è la signora Giuliana - Non solo abbiamo perso la pace, non riusciamo a rientrare a casa perché c’è un muro di persone, non possiamo dormire perché certe notti il rumore sfonda anche le pareti, e adesso ci troviamo la polizia in casa perché saremmo noi a dare fastidio ai baretti?». 

In realtà non esiste certezza sulla provenienza della segnalazione dei rumori che sarebbero arrivati proprio dalla casa di Bruno e Giuliana. È stato certamente uno dei baretti circostanti a far partire la richiesta di intervento, perché gli agenti («con un certo imbarazzo», spiegano i coniugi) hanno spiegato che le proteste nascevano dal presunto disturbo procurato ai clienti di un locale. «Alla fine si sono resi conto che eravamo i soli in casa e dormivamo, non potevamo fare alcun rumore.

Ma noi non siamo più riusciti ad addormentarci dopo aver visto due poliziotti piombarci in casa». 

Da sempre i residenti della zona dei baretti chiedono l’aiuto delle forze dell’ordine quando il caos diventa insopportabile: «Si generano situazioni imbarazzanti, vedono avvicinarsi le volanti e abbassano il volume della musica chiedendo agli avventori di non fare rumore. Appena gli agenti si allontanano fanno ripartire il frastuono a volume ancora più alto».

Non cedono alla voglia di urlare che la segnalazione contro di loro è stata una «vendetta», preferiscono chiedere ascolto a nome di tute le persone che combattono contro l’inciviltà della movida: «Dai rilievi fonometrici effettuati dall’Arpac - spiega la signora Giuliana - risulta che certe notti noi viviamo come se fossimo sopra la pista di un aeroporto. Però mi sono sentita rispondere dall’amministrazione locale che “i giovani si devono divertire” e in risposta all’ennesima chiamata ai vigili urbani mi sono sentita apostrofare “Signora, cambi quartiere” o peggio “Vi è piaciuto vivere a Chiaia?” Siamo esausti. E ora dobbiamo anche ritrovarci con la polizia alla porta. È una vergogna».

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Bruno e Giuliana hanno anche tentato di chiedere spiegazioni al commissariato ma hanno ricevuto una risposta standard: «Se ci segnalano rumori molesti siamo tenuti a intervenire per verificare». Hanno anche provato a rivolgersi ai carabinieri per spiegare questa assurda situazione: «Ci hanno detto che non esistono motivi per le nostre rimostranze».

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