Napoli, incubo faida a Chiaia: le mani del clan su food e parcheggi

La camorra di Secondigliano cerca spazio a Mergellina

Controlli delle forze dell'ordine a Chiaia
Controlli delle forze dell'ordine a Chiaia
di Leandro Del Gaudio
Martedì 3 Gennaio 2023, 23:04 - Ultimo agg. 5 Gennaio, 07:21
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Negli ultimi mesi è stato un crescendo. Agguati falliti, stese, aggressioni. Episodi che oggi non si fa fatica a tenere collegati, come se fossero gli step di una sola trama criminale: quella che porta la camorra di Secondigliano a bussare con forza (e con metodi violenti) alle porte della città che conta, parliamo di Mergellina, un pezzo di Chiaia, spaccato cittadino in questi anni baciato dai grandi flussi di turismo e dal boom della ristorazione.

C’è un disegno su cui lavorano gli inquirenti: il gruppo di Miano bloccato in cella il pomeriggio del 29 dicembre era spalleggiato dal clan Licciardi, per esercitare pressione sulla parte di Napoli che conta.

Un pressing a colpi di agguati, che conviene ricostruire, alla luce di una visione finita al centro di un fascicolo della Dda di Napoli. 

Proviamo a mettere insieme alcuni episodi accaduti in questi mesi, tra agosto e novembre e tra novembre e dicembre, sempre tra i vicoli della cosiddetta Torretta, in zona Mergellina: parliamo dell’agguato a carico di Massimo Laviano (alias Terremoto), un parente di Fausto Frizziero, a sua volta noto alle forze dell’ordine come esponente del crimine locale; appena un giorno prima, c’era stato un agguato nei confronti di un esponente di un presunto esponente della famiglia Cirella, in via Cucca, ma la pistola resta fortunatamente inceppata. Due colpi in pochi giorni, ad agosto, nella stessa zona, ma siamo solo alle battute iniziali. Momenti di tensione, si va avanti, la zona di Mergellina si popola di soggetti sconosciuti. Specie nei fine settimana, quando gli angoli della strada diventano presidio di parcheggiatori abusivi che non sono del quartiere, quando alcune panchine si trasformano in piazze di spaccio pronte all’uso. Qualcosa cambia, si arriva alla fine di novembre, quando si registra un altro episodio: l’agguato contro un esponente della famiglia Strazzullo, tornata decisamente in auge - secondo alcune informative di polizia -, nel controllo di affari sospetti in quel di Mergellina.

Cosa sta accadendo? La risposta è nelle pieghe dell’inchiesta condotta a carico del gruppo ritenuto capeggiato da Franco Eduardo Romano, classe 1980. È parente di Matteo Balzano, noto come esponente del gruppo “Abbasc Miano” (contrapposto ai Cifrone di ‘ngopp Miano), all’indomani dello smantellamento del clan Lo Russo. Inchiesta condotta dal pm Maria Sepe, sotto lo stretto coordinamento della procuratrice Rosa Volpe, si studiano le mosse e i colpi messi a segno in questi mesi.

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E si comprende l’esistenza di un pressing mai registrato finora, capace di riportare la città ad un passato che sembrava archiviato e destinato agli annali: quelli di Miano (spalleggiati da altri clan di Secondigliano) puntano al boccone più ricco, a mettere le mani sulla Torretta. Troppi affari in questi anni, a ridosso dei vicoli di Mergellina. Un boom economico che non può essere lasciato a pochi soggetti, ma che deve essere controllato o condiviso da un altro pezzo di città, cresciuto all’ombra di ponti e arterie di periferia e delle stesse Vele di Scampia.

Dinamiche maledettamente note. È lo stesso scenario di quanto avvenuto alla fine degli anni Novanta, quando l’Alleanza di Secondigliano piazzò i propri avamposti a Posillipo (ricordate l’inchiesta caffé camorra, a proposito di forniture?) e aveva il proprio radicamento anche tra i vicoli della Torretta. Una ricostruzione che consente di leggere episodi apparentemente spuri ed estemporanei (come le stese e gli agguati dimostrativi dello scorso autunno) in una sola logica: quella che spinge boss e madrine di Secondigliano a puntare sulla parte più dinamica dell’economia cittadina, oggi al centro di uno straordinario exploit imprenditoriale. Non fosse altro che per strappare affari illeciti e apparentemente puliti, grazie a una capillare rete di riciclatori e prestanome. 

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