Napoli, la chiesa di Portosalvo
abbandonata diventa una discarica

Napoli, la chiesa di Portosalvo abbandonata diventa una discarica
di Antonio Folle
Mercoledì 20 Maggio 2020, 15:31
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Non c'è pace per la seicentesca chiesa di Santa Maria di Portosalvo. Dopo i problemi di staticità che, oltre trent'anni fa, ne hanno imposto la chiusura e dopo i lavori mai terminati per la messa in sicurezza e il restauro, oggi la splendida chiesa edificata da alcuni marinai napoletani scampati miracolosamente ad un nubifragio è ridotta ad una vera e propria discarica. Da ormai diversi mesi gli operai hanno abbandonato i cantieri e la chiesa è rimasta circondata dall'orribile impalcatura che ingabbia il monumento e contribuisce all'accumulo di rifiuti che vengono gettati all'interno dai numerosissimi clochard che frequentano la zona. A nulla sembrano essere servite le veementi proteste dei cittadini che hanno più volte chiesto alla Curia napoletana di non lasciare nell'abbandono la chiesa che, tra le altre cose, ospitava all'interno una tela di Battistello Caracciolo, famoso allievo del Caravaggio.

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I lavori di ripristino delle facciate, che dovevano essere finanziati con parte degli introiti pubblicitari provenienti dalla vendita degli spazi sui "cartelloni" affissi sulle impalcature, sono di fatto fermi e non si sa se e quando potranno ricominciare. Il progetto, dopo anni di speculazioni e di polemiche, è di fatto miseramente naufragato lo scorso novembre dopo le accuse della Direzione Distrettuale Antimafia secondo le quali la ditta Spm - concessionaria degli spazi pubblicitari - avrebbe favorito il riciclaggio di denaro sporco da parte dei clan dei Casalesi. Da allora sono sparite le pubblicità - e i favolosi incassi - ma sono spariti anche gli operai. 
 



Ancora peggiori, se possibile, le condizioni dei giardini esterni. L'intera area è diventata un ricovero per senza fissa dimora che, tra le erbacce alte, nascondono i loro materassi e i loro effetti personali. Nei pressi dell'obelisco di Portosalvo è stata addirittura installata una rudimentale cucina alimentata a legna utilizzata proprio dai senzatetto per cuocere i loro cibi. Non è difficile intuire i danni che potrebbe provocare un incendio scatenato da una distrazione.

«Dopo anni e anni di lavori la chiesa di Portosalvo è ancora nelle stesse condizioni di trent'anni fa - denuncia Antonio Pariante, presidente del Comitato Civico Portosalvo - si può dire di fatto che, nonostante i milioni di euro che sono circolati per la vendita degli spazi pubblicitari, non è stato fatto praticamente nulla. Con quella mole di denaro e con tutto il tempo trascorso avrebbero potuto praticamente edificarla da zero. E invece assistiamo alle solite speculazioni ai danni dei nostri monumenti che vengono utilizzati per le pubblicità. Da ormai diversi mesi - prosegue Pariante - il cantiere della chiesa si è trasformato in una discarica. Non sappiamo se e quando verranno portati a termine i lavori di restauro e continuiamo ad assistere al lento degrado di un importante testimonianza del passato. Pretendiamo spiegazioni dalla Curia e dalla Sovrintendenza che non possono continuare a ignorare quello che è avvenuto e avviene ogni giorno ai danni del nostro patrimonio monumentale».

Capitolo a parte per la vicina fontana della Maruzza. La storica fontana, restaurata nel 2016 grazie al progetto Monumentando, dopo poche settimane è riprecipitata nel degrado. Oggi i giardinetti sono una vera e propria giungla urbana mentre l'interno della vasca - a secco per lo storico contenzioso tra Abc e Comune di Napoli - è utilizzato occasionalmente come wc dai clochard di via Marina.

La fontana della Maruzza e la chiesa di Portosalvo si sono salvate dal devastante "risanamento" di fine ottocento ma non è detto che riescano a salvarsi dall'incuria, dalle speculazioni economiche fuorilegge e dai vandali dei giorni nostri. 

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