Napoli, Cisl Fp: «La polizia municipale va motivata»

«La politica deve mettere in campo una riforma per rimotivare il corpo, non può essere vittima del sindacato giallo»

Polizia Municipale
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Mercoledì 8 Febbraio 2023, 12:42 - Ultimo agg. 18:01
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A Napoli si continua a discutere sul destino della polizia municipale e su tutti i problemi che  impediscono al corpo di svolgere al meglio il proprio ruolo. Motivo per cui Luigi D’Emilio, leader della Cisl funzione pubblica dell’area metropolitana e Agostino Anselmi, coordinatore della federazione per le aree funzionali, hanno scritto al sindaco Manfredi, all’assessore De Iesu e alla commissione consiliare competente, sottolineando che:

«Le scelte compiute o annunciate non affrontano i problemi strutturali che andrebbero risolti per fornire ai cittadini un servizio “urbano” come dovrebbe essere, come il deficit di addetti, le loro condizioni di vita e di lavoro, l’irrazionale distribuzione delle forze sul territorio, l’ ambiguità e le incertezze sulla “catena di comando”».

«È sbagliato enfatizzare 250 nuove assunzioni, insufficienti per colmare il deficit e comunque di là da venire, visto che i candidati devono ancora superare due esami altamente selettivi, come la prova orale e quella di adeguatezza fisica. Resta in ogni caso in piedi il tema vero del continuo e preoccupante esodo, non solo per pensionamenti ma anche per una profonda demotivazione che spinge i vigili urbani a lasciare il comune per altri enti che offrono migliori condizioni e dignità lavorativa per chi indossa una uniforme. Perché non si possono “monetizzare” i disagi con incentivi nei giorni festivi, bisogna pensare prima di tutto alla tutela della salute, alla sicurezza e alla dignità degli agenti», sostiene la Cisl Fp.

Sulla riforma D’Emilio e Anselmi segnalano che essa prevede una mera ripartizione numerica dei nuovi agenti nelle 10 unità operative articolate nelle 10 municipalità.

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«Oltre la banalità aritmetica, non ci risulta che questa scelta sia corroborata da criteri e analisi riferite a estensione territoriale, numero di abitanti, tessuto sociale, culturale, produttivo, flusso veicolare ed altri indicatori che potrebbero suggerire criteri più razionali e funzionali.

Al tempo stesso è discutibile il loro ventilato assoggettamento alla autorità dei 10 presidenti di municipalità ancora più carenti dell’amministrazione comunale».

«Così non va, servono scelte radicali e coraggiose su traffico e mobilità, e il pieno coinvolgimento di tutti. Le riforme funzionano solo se sono frutto di confronto e condivisione, altrimenti sono destinate a fallire», conclude il segretario generale D'Emilio.

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