Napoli, clan e appalti negli ospedali:
chiesti 346 anni e 4 mesi di carcere

Napoli, clan e appalti negli ospedali: chiesti 346 anni e 4 mesi di carcere
Venerdì 14 Ottobre 2022, 10:44 - Ultimo agg. 17:36
3 Minuti di Lettura

Trecentoquarantasei anni e quattro mesi di reclusione: è quanto il sostituto procuratore della Dda di Napoli Henry John Woodcock ha chiesto, complessivamente, nei confronti delle persone imputate nel processo con il rito abbreviato sulle infiltrazione dei clan negli appalti di diversi importanti ospedali napoletani, un'indagine nella quale il magistrato è affiancato dai colleghi Celeste Carrano e Francesco Raffaele.

Le richieste - che variano tra i 18 e i 4 anni di carcere - sono state formulate dal magistrato davanti al gup Anna Imparato al termine della sua requisitoria. Il primo aprile 2022 vennero chiesti 48 rinvii a giudizio. Una quarantina coloro che scelsero l'abbreviato e tra questi anche esponenti di spicco della camorra del Vomero, come il boss Luigi Cimmino, arrestato appena due giorni dopo essere stato scarcerato (per lui sono stati chiesti 9 anni di carcere). C'è pure suo figlio, Franco Diego, 35 anni (chiesti 14 anni), oltre a funzionari dei più importanti ospedali di Napoli - come il Cardarelli, l'azienda «dei Colli» e il Nuovo Policlinico - che, venne ipotizzato , «cucivano» gare d'appalto addosso a imprese in stretti contatti con il clan Cimmino-Caiazzo, incaricato dall'Alleanza di Secondigliano di taglieggiare le ditte che fornivano servizi per quelle strutture.

Le tre importanti strutture sanitarie partenopee sono inserite nell'elenco delle parti offese - 12 in tutto - insieme con diverse aziende e alcuni loro dipendenti, vittime delle pressioni della camorra. Alcuni dipendenti delle società impiegate per i servizi in ospedale - emerse dall'attività della Polizia - invece di svolgere la propria prestazione facevano da spia per la criminalità organizzata.

Il 22 ottobre 2021, la Squadra Mobile di Napoli, guidata dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini, ha notificato agli indagati le 48 misure cautelari (36 arresti in carcere e 10 ai domiciliari), nei confronti di elementi di spicco dei clan (7 quelli coinvolti) dipendenti pubblici ed ex sindacalisti, oltre a due divieti di dimora in Campania. I settori ai quali la camorra, secondo i pm, imponeva la sua pressione sono i più disparati: dal trasporto degli ammalati alle onoranze funebri, dalle imprese di costruzione e di pulizie fino a quelle che si occupano della refezione e dell'installazione dei distributori di merendine e bibite. Il «pizzo» sarebbe stato versato anche dai parcheggiatori abusivi che fanno ingenti affari davanti ai nosocomi. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA