«Io, picchiato dai buttafuori della discoteca», il racconto di una notte da incubo dopo la serata al Teatro Posillipo

Uno dei ragazzi aggrediti
Uno dei ragazzi aggrediti
di Gennaro Pelliccia
Lunedì 13 Novembre 2017, 09:47 - Ultimo agg. 14 Novembre, 11:09
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Voleva prendere un po’ d’aria e ha chiesto di potere uscire fuori dalla discoteca perché avvertiva un malore, ma gli è stato impedito ed è stato picchiato selvaggiamente dal personale della sicurezza. È questa la sintesi del drammatico racconto fatto da Claudio, ingegnere di 30 anni, che la notte scorsa, con il fratello della sua fidanzata, ha vissuto momenti da incubo. I due giovani aggrediti, finiti al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli, sono stati medicati per una ferita lacero contusa al cranio (Claudio) e per un taglio all’arcata sopraciliare sinistra (il cognato). Per ambedue si sono resi necessari punti di sutura con una prognosi di sette giorni, salvo complicazioni.

Il fatto è accaduto intorno alle 3.30 all’uscita del Teatro Posillipo, che negli ultimi anni si è trasformato in un’elegante discoteca frequentata spesso da vip.
 
Claudio ha poca voglia di parlare ed è molto scosso e impaurito: «Poteva essere una tragedia e oggi non sarei stato qui a raccontare», il primo sfogo.
 

 

Claudio, può spiegare com'è andata?
«Eravamo in quella discoteca per festeggiare tutti insieme la laurea in architettura di mio cognato Domenico, avevamo preso un tavolo, pagandolo in anticipo. Erano intorno alle 3.30 e Domenico mi confessa di non sentirsi bene e di avere bisogno di prendere un po’ d’aria. La discoteca, per chi non la conosce, si sviluppa in verticale e per uscire bisogna salire le scale. Arrivati davanti all’uscita incrociamo due bodyguard che ci sbarrano la strada».
 
Ma perché vi impediscono di uscire?
«Perché per recarsi all’esterno del locale, per poi rientrare successivamente, c’era bisogno di consegnare un pass che però non avevamo».

Spieghi meglio
«Sì, i pass erano nella borsa della mia fidanzata, sorella di Domenico, che era rimasta giù. Ma in quel momento c’era un’esigenza impellente: Domenico aveva urgenza di respirare una boccata d’aria e certo non potevamo tornare indietro per prendere i ticket, era appunto una emergenza. Ma quelli non volevano sentire ragioni».
 
E allora?
«Allora, uno di loro, rivolgendosi a noi, ha esclamato in maniera volgare: “Questi prima si ubriacano e poi vogliono rompere il c…..”. In quel momento la risposta immediata di Domenico è stata: “Vorrei vedere te sentirti male come sto io in questo momento”. E lì è scattata la violenta reazione del buttafuori».
 
Siete stati picchiati?
«Con una furia sconsiderata e senza alcun controllo, quell'uomo ha preso mio cognato e lo ha scaraventato a terra: calci, mazzate, pugni».
 
Ma qualcuno lo ha fermato?
«Ho cercato di fermarlo ma sono stato anch’io aggredito da un altro tipo che lo spalleggiava: alla fine eravamo tutti e due a terra con il sangue che scorreva sulle nostre camicie, è stato terribile, non lo auguro a nessuno».
 
Avete chiamato le forze dell’ordine?
«Sì,  anche il 118, ma perdevo molto sangue molto e ho preferito andare subito in ospedale con la mia auto. Successivamente, al Cardarelli, dove eravamo, è arrivata una pattuglia dei carabinieri. I militari hanno raccolto le nostre dichiarazioni e ci hanno invitato a sporgere denuncia. Cosa che farò sicuramente domani, adesso ho bisogno di riposare».
 

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