Concorso Comune di Napoli, si cercano vigili urbani e dirigenti

Uno o due bandi per assumere 200 unità: negli ultimi sette anni 5mila pensionamenti

Candidati in coda per un concorso al Comune di Napoli
Candidati in coda per un concorso al Comune di Napoli
di Luigi Roano
Mercoledì 7 Giugno 2023, 00:03 - Ultimo agg. 18:40
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Ci sarà almeno un altro concorso in questo 2023 per assumere circa 200 unità tra vigili urbani e dirigenti. Probabilmente non l’unico perché la pianta organica di Palazzo San Giacomo rispetto al fabbisogno è con il segno meno e continua a perdere pezzi con pensionamenti che vanno al ritmo di 2 al giorno che in un anno fanno circa 700 uscite. Ma nonostante le ristrettezze economiche del Comune - che giova ricordare è gravato da un debito di 4,5 miliardi ed è sotto la severa tutela del “Patto per Napoli” - ha comunque la possibilità di assumere.

Prende forma il bilancio di previsione 2023-2025 e scorrendo tabelle e cifre alla voce personale - con allegato parere positivo dei Revisori dei conti - si scopre che con i nuovi ingressi figli dell’ultimo concorso, 924 unità, la spesa per il personale balza da 220 milioni a 243.

Ma la buona notizia è che in base alla legge nazionale la spesa per il personale in linea teorica potrebbe arrivare fino a quasi 310 milioni. La spesa per il personale si calcola dal rapporto tra numero di abitanti e le entrate correnti degli ultimi tre anni, il valore soglia per Napoli è il 28,8% e il Comune è ben sotto questa soglia. «La spesa del personale dell’Ente - scrivono i Revisori - può essere incrementata fino al raggiungimento della soglia stessa che ne costituisce il limite». Sulla dotazione organica del Comune e il suo depauperamento vale la pena dare un po’ di cifre. I dati ufficiali disponibili del 2014 raccontano che i dipendenti all’epoca erano 8983. Nel 2021 - ultimo dato certo - 4885 con una perdita secca in 7 anni di 4098 unità. Negli ultimi due anni ci sono state almeno ulteriore 700 uscite compensate da circa mille entrate dell’ultimo concorso. A oggi si può affermare che l’organico del Comune sfiora appena le 4500 unità. A fronte di una popolazione residente di poco meno 950mila cittadini. 

Certo, il sindaco Gaetano Manfredi e la sua squadra, potranno bandire nuovi concorsi ma dovranno fare una scelta di campo perché la spesa corrente che finanzia le assunzioni alla voce investimenti è abbastanza carente e rosicchiarla per altre assunzioni potrebbe poi sguarnire altre voci come quella per le manutenzione ordinaria che si ferma a più o meno 50 milioni. Spiccioli per una città come Napoli. Tuttavia, a rendere i pensieri più leggeri a Palazzo San Giacomo sono gli investimenti in quota Pnrr che nel solo anno in corso valgono 433 milioni, ai quali ne vanno aggiunti altri 320 provenienti da trasferimenti del ministero delle Infrastrutture, Cipe e Piano sviluppo e coesione per la realizzazione delle linee metropolitane. In questo contesto l’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta lancia una specie di ultimatum: «Come appare evidente - si legge nella sua reazione - il 2023 sarà un anno fondamentale nel quale occorrerà che siano rispettati i cronoprogrammi di spesa, quale condizione per il completamento del programma di investimenti, nei termini stabiliti dalle diverse fonti di finanziamento». Un altro po’ di numeri per capire bene come stanno le cose perché su Napoli al netto del debito e delle carenze sulla spesa corrente stanno piovendo cascate di milioni. Nel triennio in questione il Pnrr vale 873 milioni mentre i fondi dello Stato 980 il totale supera il miliardo e mezzo. Poi ci sono i fondi del Patto e quelli ordinari sia dell’Europa che dello Stato. 

Il previsionale 2023-2025 ieri è sbarcato in Commissione bilancio dove lo stesso Baretta ha iniziato a tracciarne le linee, del resto entro una decina di giorni dovrà arrivare in Consiglio comunale. Ma a tenere banco - non sono stati solo gli investimenti o il piano delle assunzioni - ancora una volta è stato l’aumento della Tari. Che si ricorderà verrà ammortizzato per quello che riguarda le utenze domestiche da un bonus del Comune. Sergio D’Angelo della Sinistra ha fatto una proposta a Baretta: «Come avviene già in altre grandi città - dice il Consigliere comunale - bisogna prevedere anche le soglie di esenzione per la Tassa sui rifiuti. Penso a chi ha un reddito Isee entro i 12 mila euro oppure alle famiglie e alle categorie fragili che il Comune già assiste e sostiene. Sarebbe ben strano se poi gli facessimo pagare la Tari e l’aumento pure. Presenterò un emendamento in sede di discussione sul regolamento della Tari». E da parte di Baretta c’è stata apertura sulla proposta. Per il bonus nel bilancio già sono stati appostati 6,5 milioni. Per l’esenzione ne servirebbero almeno al 3,5. 

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