La donna, per evitare che l'uomo svegliasse l'intero caseggiato, gli ha aperto la porta di casa: il 32enne la trascina nell'abitazione, la picchia e, mentre il bimbo dorme, in un'altra stanza, la violenta, sul divano.
Lei subisce, per evitare un trauma al piccolo, che ora ha due anni. Nei giorni successivi sono iniziate le offese via facebook e su whatsApp. La donna non ce la fa più, si rivolge all'associazione «Donne per il Sociale» che la convince a denunciare l'accaduto e lo stalker finisce prima in carcere, per 20 giorni, poi agli arresti domiciliari, fino al giorno della condanna, emessa ieri pomeriggio. «È stato un processo lungo e complesso, - dice il legale della donna, l'avvocato Luigi Ferrandino - dove i colpi di scena si sono succeduti senza sosta. In cui ci siamo trovati di fronte numerosi testimoni che hanno tentato infangare la mia assistita in tutti i modi, facendola apparire come il carnefice piuttosto che la vittima. La sentenza di ieri è stata una vittoria per tutte le donne e sono contento che è stata pronunziata a ridosso dell' 8 marzo»
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