Cardarelli-Niguarda, confronto
sulle best practice ospedaliere

Cardarelli-Niguarda, confronto sulle best practice ospedaliere
Martedì 27 Novembre 2018, 16:44 - Ultimo agg. 16:47
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I camici bianchi dell’Azienda ospedaliera di rilievo nazionale Antonio Cardarelli hanno incontrato i colleghi arrivati dal Grande ospedale metropolitano Niguarda di Milano, e con loro hanno condiviso l’organizzazione e le best practice messe in campo per governare al meglio due tra le più grandi e complesse azienda ospedaliere della sanità italiana. 

«Un confronto che ci ha arricchito e che continuerà ad arricchirci – ha sottolineato il direttore generale Ciro Verdoliva – soprattutto l’occasione di mettere in campo azioni concrete che avranno ricadute importanti sulla salute dei pazienti, da noi in Campania come da loro in Lombardia». Verdoliva evidenzia infatti l’importanza di alimentare sempre più e con sempre maggior vigore sinergie che possano mettere in rete esperienze diverse, che nella pratica sono spesso complementari. I nostri medici sono a lavoro da mesi, tra Napoli e Milano, su aree omogenee, unità operative e confronti puntuali. Così da approfondire quanto di buono c’è nelle nostre organizzazioni aziendali  e, allo stesso tempo, importare pratiche consolidate che possano migliorare la qualità dell’assistenza. Questo confronto prende spunto dalle molte similitudini, sia strutturali che di attività, che legano le due aziende. E’ l’ennesima dimostrazione pratica di un cambiamento di rotta impresso negli ultimi anni alla gestione della sanità, che oggi ci porta a confrontarci ad altissimo livello con realtà importati come quella del Niguarda di Milano. Il Cardarelli ha infatti tante eccellenze che possono essere prese ad esempio e anche modelli gestionali che possono essere di ispirazione per altre realtà. Sono certo che dalla collaborazione con il Niguarda – un modello della sanità italiana - integreremo e miglioreremo il nostro bagaglio così da arricchire la nostra qualità assistenziale a favore del paziente».

L’incontro è frutto di un protocollo d’intesa firmato nel febbraio di quest’anno dai direttori generali Ciro Verdoliva e Marco Trivelli, desiderosi di realizzare una fattiva condivisione delle conoscenze e dei modelli gestionali acquisiti da ambo le parti in quasi un secolo di storia e di assistenza, spronati dai Governatori De Luca e Fontana.  

«Il gemellaggio che corre sull’asse Milano- Napoli – conferma Marco Trivelli, direttore generale dell'ospedale meneghino - si è rivelato per tutti noi una grande occasione di crescita. In queste due giornate, infatti, abbiamo potuto raccogliere i frutti degli intensi mesi di lavoro tra i professionisti di Niguarda e Cardarelli. Il confronto tra i due grandi ospedali italiani, diversi ma con necessità comuni, ci ha permesso prima di tutto di comprendere meglio le nostre caratteristiche peculiari, che è la base per la crescita di entrambe le strutture. Dagli incontri bilaterali si sono sviluppate nuove conoscenze - continua Trivelli - e penso al lavoro svolto dai nostri clinici sui protocolli di controllo e gestione delle sepsi, all'analisi dell’impatto della medicina della complessità e allo studio sui criteri di accesso nelle terapie intensive. In cantiere anche l’implementazione di nuovi servizi e lo scambio di protocolli di cura a favore dei cittadini: nei prossimi mesi i pazienti napoletani potranno effettuare al Cardarelli i trapianti di midollo allogenico, e l’ospedale campano sarò l’unico del centro sud a eseguire il trapianto di isole pancreatiche - tecnica innovativa per pazienti diabetici sviluppata a Niguarda. In fase di progettazione c’è anche la realizzazione al Cardarelli di una banca muscolo-scheletrica e della cute, frutto dello scambio del know how tra i professionisti milanesi e campani. E infine, il confronto tra questi big della sanità ha permesso di sviluppare protocolli di alta formazione sulla gestione del trauma, dell’ictus, delle maxiemergenze e nel settore specialistico della ecocardiografia. La collaborazione di questi mesi tra medici, tecnici e infermieri non solo ha reso possibile tutto questo- conclude Trivell - ma ha permesso lo sviluppo di rapporti tra professionisti basati sulla stima e il rispetto reciproco, destinati a durare a lungo».
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