Napoli, la storia di Ugo e Anna: «Noi, quasi centenari ci amiamo da 76 anni grazie a una bomba»

Napoli, la storia di Ugo e Anna: «Noi, quasi centenari ci amiamo da 76 anni grazie a una bomba»
di Antonio Menna
Martedì 17 Agosto 2021, 09:28 - Ultimo agg. 18 Agosto, 08:33
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È stato un ferragosto speciale, per Ugo e Anna. Come speciale sono gli anniversari a una certa età. Un poco ci sono abituati, con quella loro curiosa scelta di sposarsi proprio il 14 agosto, e di festeggiare la data del loro matrimonio quando tutti sono sotto l'ombrellone. Ma finché si era giovani, la curiosa sovrapposizione delle feste era solo un modo per moltiplicare la voglia di stare insieme. Ora che i due viaggiano verso i cento anni di vita, e hanno appena varcato la soglia record dei 72 anni di matrimonio, altro che anniversario, è un evento. Settantadue anni da sposati.

«Più quattro di fidanzamento», è l'inevitabile precisazione. Settantasei anni insieme, e ancora tanta voglia di camminare vicini. A Ugo Limonci, 97 anni, e Anna Ciorcalo, 91, la prima domanda che viene di porre è: come avete fatto? «Ho sempre creduto nei giuramenti - dice Anna, che tutti chiamano Anita - e il mio è stato sempre saldo nella fede che ci ha uniti. Se le nubi qualche volta hanno oscurato il cielo, la tenerezza ha vinto e ha fatto tornare sempre il sereno». «Non ho mai pensato di stare senza di lei - aggiunge Ugo - non ho mai avuto nei suoi confronti pensieri che non fossero di tenerezza: il nostro amore è nato quando lei era una bimba e io ero un giovanotto; la vedo ancora così, per me è sempre rimasta com'era quando ci siamo conosciuti. Per me non è cambiato niente, e rifarei esattamente lo stesso percorso che abbiamo fatto finora». A rispondere basterebbero i loro occhi, che sembrano dire: perché, che ci vuole? Il punto vero sembra proprio questo: perché lasciarsi se siamo sempre andati d'accordo? Già, perché? Che domande.

Qui, la notizia, finisce con l'essere non la durata del sodalizio ma la loro bellissima longevità condivisa. E allora la domanda diventa: come si fa a vivere così a lungo e ad arrivarci così bene? Ma non ci sono segreti, è la vita.



Piovevano bombe, quando Ugo e Anna si sono conosciuti. Era il giugno del 1940. Seconda guerra mondiale. Tra il 10 e il 15 giugno su Napoli ci furono quattro bombardamenti francesi (quelli inglesi sarebbero cominciati a novembre, per arrivare, nel 1943, a 183 incursioni aeree in un solo anno). Durante i bombardamenti si scappava da tutte le parti. I palazzi più importanti avevano negli scantinati dei veri e propri ricoveri attrezzati. Al numero 56 di piazzetta Sant'Arcangelo a Baiano, nel centro storico, c'era palazzo Pedersoli (la famiglia proprietaria era proprio quella di Carlo, il celebre Bud Spencer). Qui sotto, durante i raid aerei, si rifugiarono sia Ugo Limonci sia Anna Ciorcalo. Lui aveva 16 anni, lei 10. Piccoli, si dirà. Ma a quell'epoca si cresceva davvero in fretta. Lui a 6 anni lavorava nella profumeria dello zio Carlo, in piazza Nicola Amore, a 14 cominciò già a mettersi in proprio iniziando l'attività di agente di commercio, mai più abbandonata. Lei, invece, a otto anni aveva già conosciuto l'emigrazione. Nata a Zara, in Croazia (nome originario: Ane Korula), ha il padre marittimo e per motivi di lavoro di quest'ultimo, arriva a Napoli da Trieste.

I due bambini già adulti si conoscono così, nel rifugio: mentre sopra esplode la guerra, sotto, dopo l'amicizia, scintilla l'amore. Per fidanzarsi bisognerà aspettare qualche anno. È il 1945, lei ha 15 anni, lui 21. Ugo sta per partire per il servizio militare. Quel gioco di sguardi e di simpatia deve diventare qualcosa di più, perché resti una traccia di promessa, un'attesa che abbia un senso. Il fidanzamento ha riti rigorosi: si usciva solo con i fratelli al seguito oppure, in coppia, per andare a messa. Ma il legame è vero, così profondo che quei due bambini sotto le bombe, nel 1949, già grandi (19 anni lei, 25 lui), si sposano e cominciano la loro lunga avventura.

Come succedeva in quegli anni, quando le nuove famiglie si sommavano alle vecchie, allargando il perimetro, i due sposini andarono a vivere nella casa dei nonni a San Giorgio a Cremano, poi con uno zio, poi con altri nonni, poi finalmente da soli, vicino al mare, a Lucrino; infine al Vomero, il quartiere che li ospita da quasi 50 anni. Lunghi viaggi, per il lavoro di lui, vissuti sempre insieme, e una particolarità, insolita per quel tempo. La coppia di sposini non ha figli. Passano gli anni ma i pargoli non arrivano. La ragazza di 19 anni supera la soglia dei 30. Il giovanotto di 25 arriva sotto i 40. Quasi avevano perso le speranze quando, dopo ben 16 anni di nozze, arriva la prima figlia, Viviana. È uno choc per tutti. Siamo nel 1965, la medicina non aiuta molto le coppie che non riescono ad avere figli.

Così quando una gravidanza arriva dopo 16 anni di matrimonio è un piccolo miracolo. Che poi nel giro di cinque anni, si ripete con altri due figli, Riccardo e Silvia. Genitori di oltre 40 anni per tre ragazzini che evidentemente danno a questa coppia un'altra spinta, un orizzonte, una nuova gioventù, che non si è più fermata, che corre di anno in anno, fino a oggi, fino al novantaduesimo anniversario di matrimonio. «Hanno iniziato e ricominciato tante vite insieme - dice il figlio Riccardo - anche nella terza età, ad esempio, hanno cominciato a cantare nel coro del maestro Joseph Grima a Santa Chiara (babbo aveva 78 anni), andando a esibirsi anche in tournée. Così come frequentando assiduamente l'associazione Humaniter a piazza Vanvitelli di cui sono diventati i primi storici animatori e organizzatori. Mamma inoltre ha vinto anche numerosi premi di poesia e di racconti». E forse è proprio questa la risposta alle domande iniziali. Come si fa? Si fa, facendolo. Non rinunciando mai. Rilanciando sempre la sfida. Guardando sempre avanti, anche quando alle spalle hai tanta strada quanto è lunga la vita.
 

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