Lockdown a Napoli, è caos movida: ai baretti folla di ragazzi e poche mascherine

Lockdown a Napoli, è caos movida: ai baretti folla di ragazzi e poche mascherine
di Gennaro Di Biase
Sabato 19 Dicembre 2020, 23:00 - Ultimo agg. 20 Dicembre, 21:04
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Questo weekend ha segnato il gran ritorno della movida, non solo a Chiaia ma anche ai Decumani. A poche ore dal Natale 2020, la parola d’ordine è “deregulation”: caos in strada per assembramenti da spritz, anche ben oltre l’orario del coprifuoco, nelle principali location notturne e folla da shopping da Toledo a via Luca Giordano. A tratti, sembra un Natale senza virus. Bottiglie di alcolici, cartoni di fast food, bicchieri di drink davanti alle saracinesche dei negozi all’alba. «Rimasugli di drink e consumazioni» trovati dagli stessi commercianti all’alba davanti alle saracinesche e gente tra i vicoli dei bar fino a tardi: «Fino a mezzanotte c’era una folla da movida impressionante in via Nilo - raccontano - cocktail e consumazioni d’asporto. Sembrava di essere tornati a prima del virus». Dopo un intervento anti-assembramenti ieri mattina dei vigili urbani in via Falcone, la folla da spritz è proseguita anche nella notte. Multati 5 bar, sempre dalla polizia municipale, per «aver consentito il consumo e l’assembramento davanti al locale».

 

«Se ci mangiamo adesso una pizzetta - dice sorridendo una ragazza all’amica in via Bisignano - dopo saremo subito pronte per un altro spritz». L’amica annuisce: «Ti devo dire la verità? Mi mancava uscire di sera a bere qualcosina. Non ce la facevo più a stare chiusa in casa». Sono le 18.30, e tra vicoletto Belledonne, piazzetta Rodinò e la parte alta di via Bisignano i ragazzi sono tanti, come i bicchieri adagiati sui cassonetti. Diversi bar hanno riaperto per l’asporto, consentito dalle norme in zona arancione, anche se ad avere la saracinesca alzata, qui a Chiaia, sono meno della metà dei locali, che quindi “addensano” tutti i clienti. All’interno, ovviamente, non si può accedere. All’esterno invece scatta la folla, molti non indossano la mascherina. La stessa scena avviene, contemporaneamente, in centro storico. Tra piazza San Domenico Maggiore e via Nilo impera la folla.

Mascherine abbassate e drink alla mano: sono tanti, tantissimi, a non aver rinunciato al brindisi natalizio in tutta la città, dal Vomero ai baretti, dal centro a corso Secondigliano. Specialmente giovani e giovanissimi. Spesso le distanze saltano. Il passeggio, il numero di presenze e la folla all’esterno dei locali non sono poi così lontane da quelle di un weekend natalizio ante-Covid.

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Nelle vie dello shopping, se non fosse per le mascherine - che si abbassano spesso e non solo all’esterno dei bar mentre si sorseggiano i caffè - il virus sembrerebbe non essere mai esistito. Il discorso vale per via Toledo, Scarlatti, via Roma e via Luca Giordano: fiumi in piena di traffico pedonale, caos anche nei supermercati. «Se proprio si doveva chiudere - spiega Peppe Donato, musicista - Sarebbe stato meglio aprire solo nei giorni di festa, per recuperare lo spirito natalizio. Invece si è fatto il contrario. E molti, me compreso, escono oggi perché non hanno chiaro se potranno uscire anche nei prossimi giorni per comprare i regali». «E poi c’è la contraddizione del cashback, che invoglia la gente a spendere e quindi a uscire di casa e incontrarsi - aggiunge Alessandra Russo - Da un lato lo Stato cerca di aiutare l’economia e dall’altro di tamponare l’emergenza sanitaria. Le istituzioni non hanno denaro sufficiente per indennizzare le attività chiuse, come in Germania. Quindi non possono prendersi la responsabilità di chiudere e basta. La grande ambiguità delle decisioni politiche di questi giorni deriva dalla carenza di risorse».
 

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