«Covid, da noi nessun controllo sui clienti»: a Napoli è online la lista dei locali “no pass”

«Covid, da noi nessun controllo sui clienti»: a Napoli è online la lista dei locali “no pass”
di Gennaro Di Biase
Lunedì 31 Gennaio 2022, 23:00 - Ultimo agg. 1 Febbraio, 16:48
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Assieme alle nuove restrizioni anti-Covid che scattano oggi, tornano a salire le tensioni sociali. Per gli over 50 non vaccinati, che secondo i dati del 29 gennaio a Napoli sono 51.641 (74.723 in Campania), partono le multe una tantum da 100 euro. Ieri, inoltre, è stato l’ultimo giorno a disposizione dei lavoratori senza siero per vaccinarsi e rispettare così la timeline fissata dal Governo, che ha imposto il Super pass al lavoro dal 15 febbraio (il certificato verde arriva infatti dopo due settimane, pena sanzione tra 600 e 1500 euro). Sempre da oggi, va esibito il Qr code (ottenibile tramite vaccino, tampone o certificato di guarigione) per accedere alle poste, in banca o in libreria. Come spesso accaduto in questi anni pandemici, con le restrizioni cresce la febbre sociale. Spunta un elenco di 10 locali «No pass» solo in centro storico, nel quadrato dei Decumani. In zona, alle 13, si terrà una serrata di protesta alla Taverna Santa Chiara: «Non una protesta contro i vaccini - precisa subito la titolare, Nives Monda - Ma contro la metodologia del Green pass al ristorante, che andrebbe aggiornata, anche per la lotta al virus». 

Bisogna sondare chat e ambienti No vax per accedere alla lista dei locali ribelli trovata ieri dal Mattino. L’elenco non si trova con due clic su Google, insomma, ma esiste, è aggiornato al 26 gennaio 2022 ed è molto chiaro. Lo dimostrano gli slogan attribuiti ai titolari delle stesse attività della lista (pizzerie, bar, ristoranti): «I vaccinati convinti qui non entrano», si legge. Oppure: «Noi non facciamo nessun controllo Green pass». Ancora: «Non chiedo Green pass, non ho nessun diritto di farlo». Anche un più sintetico «qui entrano tutti». O un polemico «lo Stato a noi non metterà più limiti». Parliamo di un elenco nuovissimo, che conta dieci attività solo in centro storico, come accennato. Ovvio che questa sia solo la punta dell’iceberg, e che bar e ristoranti No vax siano in realtà molti di più, se si allarga l’indagine ad altri quartieri, dove oltretutto i controlli sono senza dubbio più rari. Col giro di vite di oggi - va sottolineato - i titolari o gestori degli esercizi non sono però obbligati a verificare il possesso del Green pass, ma possono effettuare controlli a campione. Resta consentito il libero accesso, tra gli altri, nei negozi di generi alimentari, di cibo per animali domestici, nei distributori di carburante, nei negozi di articoli igienico-sanitari, in farmacie, parafarmacie e ottiche.

I titolari, in questi casi, dovranno però verificare che i clienti non consumino alimenti e bevande sul posto. 

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L’avvento di nuove restrizioni, insomma, come accaduto già nel recente passato di questa emergenza sanitaria, inasprisce le intenzioni. Innalza barricate più o meno ideologiche sulla pandemia. Del resto il Covid, ed è questa una sua costante fin dal suo avvento, divide la società e divarica le distanze non solo tra i corpi, ma anche tra le classi sociali. È in questo senso che va intesa la serrata di oggi alle 13 organizzata dalla Taverna Santa Chiara, che non aprirà a pranzo. «Una protesta contro i contrasti, un invito a smorzare i toni e separarsi dalle separazioni, ma non siamo No vax - ripete Nives Monda - Dopo la pubblicazione dell’iniziativa su Facebook tanti tentano, attraverso i commenti, di portarci alla dicotomia. Non voglio certo fare il capopopolo, ma far accanire le persone le une contro le altre non ha senso. Sarebbe utile che il governo aggiornasse le norme per combattere il virus: non è detto che un vaccinato non sia positivo, lo dicono i dati. Altri paesi hanno articolato diversamente le restrizioni, magari con i tamponi. Ci sono tante contraddizioni nella lotta alla pandemia, in questa fase. Questa sarà una protesta contro la metodologia del Green pass. E lo dico da ristoratrice che ha sempre osservato le norme e continuerà a farlo: dal primo maggio mi sono arrivate decine di controlli. Gli agenti qui sono venuti tante volte, e abbiamo sempre rispettato le regole».

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