Napoli, boati e crolli in edificio del '700 di proprietà della Curia: ultimatum al cardinale Sepe

Napoli, boati e crolli in edificio del '700 di proprietà della Curia: ultimatum al cardinale Sepe
di Teresa Iacomino
Domenica 15 Ottobre 2017, 13:54
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Splendore e degrado. È questo Villa del Cardinale, la dimora vesuviana con vista sul mare, gioiello settecentesco che continua a perdere pezzi. La sua ultima apertura al pubblico risale a un concerto di beneficenza tenutosi oltre due anni fa. In precedenza aveva ospitato una rassegna natalizia nelle festività del 2009. Per anni sede dell'associazione «La tenda» per il recupero dei tossicodipendenti, la struttura di proprietà della Curia di Napoli è diventata il simbolo dell'abbandono.

Un abbandono testimoniato da quello che è avvenuto nei giorni scorsi: un tonfo, un forte boato. Un passante, allarmato, ha avvertito la polizia municipale. Quando i vigili urbani e i vigili del fuoco sono riusciti a entrare nella struttura, hanno immediatamente capito che c'era stato un cedimento. Causato proprio dalla vetustà dell'immobile: «Un parziale crollo di una parte del sottotetto in tegole e strutture in legno» è scritto nella relazione predisposta per segnalare il dissesto statico. «Il crollo specificano polizia municipale e vigili del fuoco è avvenuto all'interno della struttura, senza invadere la sede stradale. Occorre procedere ad una immediata messa in sicurezza del sottotetto, nonché ad una verifica di tutta la struttura che, allo stato, rappresenta un pericolo per la pubblica e privata incolumità».

Un pericolo insomma per chi, e sono in tanti, transita nei pressi di Villa del Cardinale, affacciata su una strada ad alta percorrenza automobilistica e frequentata anche da tanti pedoni. La dimora è un bene di inestimabile valore: non a caso, gli incaricati di segnalare la problematica di natura statica scrivono anche che «l'intervento va concordato urgentemente con la Soprintendenza ai beni architettonici». Per ragioni di sicurezza, si è deciso di diffidare dal «praticare e far praticare il piano sottostante dove è avvenuto il crollo». Unico rischio che non si corre, visto che lo stabile è chiuso e non accessibile.

Proprietaria della dimora vesuviana è la Curia. È al massimo rappresentante dell'Arcidiocesi di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, ha indirizzato la propria ordinanza il commissario straordinario che regge il Comune, Giacomo Barbato. Chiare le indicazioni: «Avviare l'esecuzione delle sole opere di puntellamento necessarie e atte a ripristinare le condizioni di sicurezza del fabbricato, nelle more delle opportune autorizzazioni da richiedere alla Soprintendenza, previa apposita comunicazione di inizio dei lavori».

Tempo massimo stimato 15 giorni. Poi a palazzo Baronale dovrà giungere, specifica ancora il commissario, «in primis certificato di eliminato pericolo provvisorio in carta legale, redatto dal direttore dei lavori, attestante l'eliminazione di ogni pericolo per la pubblica e privata incolumità». Al completamento delle opere autorizzate, al Comune bisognerà poi far pervenire la «certificazione definitiva di eliminato pericolo».

Villa del Cardinale è purtroppo l'ennesimo emblema della scarsa attenzione posto alle dimore che non sono di proprietà della Fondazione ente ville vesuviane. Come Villa d'Elboeuf, crollata in parte nel febbraio di tre anni fa sui binari delle Ferrovie dello Stato a Portici. Oggi sono in corso lavori di consolidamento, con i privati che hanno l'obiettivo di ridonarle il prestigio del passato. Un anno prima a cedere sotto il peso dell'incuria sempre a Portici fu Villa Lancellotti. Di contro, restando al patrimonio dell'ente ville, la recente riqualificazione di Villa Campolieto, ultimata nel giugno dello scorso anno, vero gioiello delle dimore vesuviane presenti lungo il Miglio d'Oro.
 
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