Il degrado di piazza Principe Umberto:
«Interventi inutili, non è cambiato nulla»

Il degrado di piazza Principe Umberto: «Interventi inutili, non è cambiato nulla»
di Antonio Folle
Mercoledì 9 Marzo 2022, 14:11 - Ultimo agg. 10 Marzo, 10:19
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Nonostante i numerosi interventi di riqualificazione, i progetti che prevedono la quasi totale ristrutturazione, gli appelli dei residenti e le pulizie degli spazi organizzati da "squadre" di volontari, il degrado di piazza Principe Umberto continua ad essere una costante. Da diversi giorni, come denunciano i residenti della zona, le aiuole e le fioriere della piazza sono diventate un vero e proprio ricettacolo di rifiuti. Avanzi di cibo, lattine, bottiglie di birra e fin anche deiezioni umane che rappresentano un vero schiaffo per quanti, in questi anni, avevano sperato in un deciso cambio di rotta per una delle piazze più caratteristiche e ricche di storia dell'area di piazza Garibaldi. A "pesare" è soprattutto la presenza, nelle ore serali e notturne, di un accampamento di extracomunitari e di senzatetto che abbandonano i loro rifiuti e contribuiscono alla sensazione di scarsa sicurezza che si respira in zona.

Una situazione vecchia ormai di anni e per la quale si attendevano interventi risolutori.

C'è da registrare l'impegno da parte della Polizia Municipale, che di giorno presidia la zona, ma il problema serale e notturno resta, frustrando tutte le ambizioni di rinascita in una zona ricca di esercizi commerciali, alberghi e attività ricettive per turisti. 

A peggiorare la situazione, come denuncia il consigliere della IV Municipalità Enrico Cella, il solito "intoppo" burocratico tra Asìa ed il Servizio Manutenzione Verde del Comune di Napoli. Secondo Asìa, infatti, la manutenzione degli spazi verdi compete esclusivamente agli operai del Comune. Viceversa gli addetti alla manutenzione del verde si rifiutano di prelevare i rifiuti, ritenendo il compito di competenza Asìa. Si arriva così ad uno stallo che ha come risultato il veder crescere di giorno in giorno la discarica, con disappunto dei cittadini e delle migliaia di turisti che transitano ogni giorno nella piazza a poche centinaia di metri dalla stazione centrale di Napoli.

 

«E' veramente triste constatare - la battuta di Cella - che è cambiato il maestro ma che la musica è sempre la stessa. Piazza Principe Umberto è stata più volte riqualificata negli ultimi dieci anni, ma siamo ancora una volta punto e a capo. Stiamo parlando di una piazza importantissima per l'economia del quartiere, dove ci sono alberghi, ristoranti, bar e negozi di ogni genere. Ci troviamo di fronte ad un conflitto di competenze tra Asìa e servizio Giardini del Comune di Napoli. Le fioriere e parte delle aiuole sono così diventate un ricettacolo di immondizia. L'inciviltà di alcune persone e lo scaricabarile delle istituzioni danneggia l'immagine di una delle piazze più importanti della città - continua l'esponente del quarto parlamentino -, a questo punto visto che è impossibile manutenerle, sarebbe bene pensare di rimuovere definitivamente le fioriere, dal momento che sono diventate un deposito di bottiglie di birra».

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Già negli scorsi anni si è tentato - inutilmente - di intervenire per arginare il fenomeno degli accampamenti notturni a piazza Principe Umberto. Molti gli interventi per allontanare il mercatino della monnezza che veniva organizzato da gruppi di extracomunitari sotto gli occhi inermi di passanti e residenti. Pochi giorni dopo l'intervento delle forze dell'ordine con i compattatori Asìa al seguito la situazione ritornava al punto di partenza. Nemmeno il cambio di guida al timone di palazzo San Giacomo ha prodotto - almeno finora - i risultati che tutti speravano.

«C'è bisogno di controlli su questa zona - incalza Enrico Cella - specialmente di sera e di notte. Questa piazza è terra di nessuno ed è pericoloso anche solo passare da queste parti dopo un certo orario. I genitori giustamente non si sentono sicuri quando i loro figli escono per incontrarsi con gli amici. Spesso - conclude - ci sentiamo stranieri nel nostro quartiere e nella nostra città». 

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