Centro Direzionale di Napoli, viaggio tra i «palazzi di vetro» in attesa di riqualificazione

Centro Direzionale di Napoli, viaggio tra i «palazzi di vetro» in attesa di riqualificazione
di Alessandro Bottone
Mercoledì 11 Dicembre 2019, 07:59 - Ultimo agg. 08:06
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Gli operai lavorano costantemente tra le possenti travi di legno della nuova stazione della metropolitana della «city». L'opera, progettata dall'architetto Benedetta Tagliabue, è un tassello importante del necessario lavoro di riqualificazione del Centro Direzionale di Napoli, il complesso di grattacieli e palazzi costruiti negli anni '80 del secolo scorso nel quartiere Poggioreale.

Migliaia e migliaia di persone frequentano ogni giorno la cittadella. Oltre a imprese e uffici, il Centro Direzionale ospita le sedi della Regione Campania, del tribunale e della Procura di Napoli, dell'università e di altre importanti istituzioni. Un via vai di gente che “scompare” nel tardo pomeriggio, ovvero quando chiude la maggior parte degli uffici e dei negozi. Ma la «city» è tutt'altro che un “non luogo”. A renderlo vivo ci sono gli oltre tremila residenti, i giovani che frequentano gli enormi viali anche di sera, gli operatori delle aree mercatali. Esiste, dunque, un microcosmo che combatte contro la desolazione di questa enorme area a due passi dalla stazione centrale della terza città d'Italia.
 


Negli enormi viali, oltre i pedoni, girano anche molti veicoli. Un vero e proprio paradosso per quella che è considerata «una delle più grandi piazze al mondo interamente pedonale». Molti furbetti, come denuncia Gennaro Costabile, non rispettano la «ztl» e lasciano in sosta i propri veicoli ai piedi dei palazzi di vetro. Alessandro Gallo, presidente del comitato civico dei residenti, nonché consigliere della IV municipalità del Comune di Napoli, ha chiesto un presidio costante da parte della polizia municipale specie per garantire la sicurezza ai cittadini che passeggiano tra i grattacieli. I varchi di accesso sono controllati da occhi elettronici ma ciò sembra non bastare.

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Mentre il Centro Direzionale di Napoli si appresta ad ospitare il più grande museo di arte contemporanea all’aperto ci sono ancora molti problemi non risolti, a partire dalla pulizia degli spazi pubblici. Ai cumuli di spazzatura non raccolti a ridosso della fermata degli autobus in via Taddeo da Sessa, si aggiunge la sporcizia lungo le scale e i vialetti. Non va meglio per il verde - non curato da tempo, con rovi in numerose aiuole - e per le caditoie, molte rimosse o danneggiate. Il degrado riguarda anche la pavimentazione: in decine di punti le piastrelle in granito sono saltate sotto il peso dei veicoli e ripristinate con una colata di cemento. Scale mobili e ascensori verso i parcheggi sotterranei sono fuori uso da anni: un dramma per persone con disabilità i cui veicoli sono, infatti, autorizzati ad accedere ai viali. La fontana, nonostante le promesse, resta spenta da anni.
 
 

Il Comune di Napoli lavora per realizzare l'esposizione permanente di sculture contemporanee ma c'è ancora da fare in tema di decoro e sicurezza. Molti punti luce, recentemente implementati con la tecnologia led, risultano guasti e lampeggiano fastidiosamente. E c'è molto ancora da fare per contrastare la prostituzione diffusa lungo le strade di accesso alla «city», un pugno in faccia per chi raggiunge il posto. Il comitato insiste anche sulla necessità di punti di aggregazione. Come spiega Augusto De Filippis la cittadella si “spegne” dopo le 18 e non c'è abbastanza sicurezza per i residenti, così come non c’è spazio per lo sport dei giovanissimi, e non solo. Sullo sviluppo dell’intera zona non aiuta nemmeno un’altra circostanza: numerosi locali restano abbandonati da tempo, come quelli di proprietà dell'INPS che anni fa ospitavano il cosiddetto centro commerciale “Le due torri”, oggi ridotto a pochi esercizi commerciali.

Nonostante tutto tra i residenti c'è speranza che le cose possano decisamente cambiare nei prossimi mesi.
La chiusura del grande cantiere, l'arrivo dei treni della linea 1 del metrò e le installazioni artistiche segneranno il prossimo anno e contribuiranno nettamente al miglioramento della vivibilità della cittadella. La speranza è che nel frattempo si lavori per l’ordinario e si prepari il terreno al nuovo «volto».

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