Napoli, dieci milioni di danni per il crollo nella sede universitaria di Veterinaria

Napoli, dieci milioni di danni per il crollo nella sede universitaria di Veterinaria
di Viviana Lanza
Sabato 12 Dicembre 2015, 08:50 - Ultimo agg. 08:52
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A due giorni dai crolli nella sede della facoltà di Veterinaria in via Santa Maria degli Angeli alle Croci, nel centro di Napoli, si valutano le ipotesi sulla possibile causa del cedimento, si provvede a scongiurare il rischio di nuovi collassi strutturali e si inizia a fare il calcolo dei danni che secondo una stima ancora approssimativa potrebbero aggirarsi attorno ai dieci milioni di euro.

Nell’ala che è venuta giù sbriciolandosi dietro una enorme nuvola di polvere e detriti avevano sede uffici e aule di docenti, studenti e ricercatori. Dal rettorato dell’Università Federico II sta per essere avviata un’indagine per sondare tutte le cavità che caratterizzato il sottosuolo delle zone dove si trovano edifici universitari.

Il rettore Gaetano Manfredi, tra l’altro, è un luminare di ingegneria, esperto in tecnica delle costruzioni e ingegneria strutturale. Quando all’alba di mercoledì, dopo la segnalazione di inquietanti crepe nei muri, è stata fatta un’ispezione era presente anche lui. Il rettore era sul luogo, per constatare personalmente la situazione. Dal sopralluogo era emerso che si era già aperta una crepa che lasciava intravedere una cavità nel sottosuolo. Ed è stata questione di ore. Poi c’è stato il crollo.

«Preferisco vederla in positivo, nessuno si è fatto male» ha dichiarato il rettore Manfredi. «Ora provvederemo a recuperare il recuperabile nel massimo della sicurezza e a occuparci di studenti e docenti affinché soffrano al minimo le conseguenze di questo disastro». È stata già ingaggiata la ditta che si occuperà di recuperare tutto quanto sarà possibile salvare dalle macerie e alleggerire, se così si può dire, il peso dei danni che appaiono ingentissimi. Una parte del patrimonio di ricerca e di studi della facoltà di Veterinaria è andato distrutto. Un disastro. Se, e in che misura, ci sono responsabili lo stabilirà la Procura.

Il pool del procuratore aggiunto Luigi Frunzio lavora all’indagine. Il fascicolo al momento è contro ignoti. Ieri mattina sono stati eseguiti carotaggi e si sono completati i lavori per la messa in sicurezza dell’area interessata dai crolli. L’attenzione di chi indaga è proiettata sulle cavità del sottosuolo, sulla rete di cunicoli e vecchie fogne che rendono una gruviera la Napoli sotterranea. Perché è la voragine che si è aperta sotto l’edificio ad aver causato il collasso della struttura universitaria, ma cosa ha determinato la voragine? È l’interrogativo a cui si cerca risposta.

La teoria induce a pensare alla possibilità di infiltrazioni, ma nella pratica bisognerà allargare i controlli a 360 gradi per risalire di causa in causa all’origine del disastro e alle eventuali responsabilità. Guardando indietro non sembrano emergere precedenti di segnalazioni, allarmi o interventi tali da lasciar prevedere un simile evento. Ora toccherà agli inquirenti fare ordine e luce.