Discesa Gaiola a Napoli, crolli e paura: vietato raggiungere il mare

Discesa Gaiola a Napoli, crolli e paura: vietato raggiungere il mare
di Paolo Barbuto
Giovedì 11 Febbraio 2021, 10:02
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Vietato scendere alla Gaiola, accesso inibito perché quella stradetta pedonale, incastrata fra i muri delle ville di Posillipo, è diventata pericolosa: quei muri hanno iniziato a cedere, rimetterli in sesto è un'impresa ardua e i napoletani sono costretti a rinunciare a quella porzione di mare che anche (anzi soprattutto) d'inverno è uno spettacolo. Questa è la storia triste di una città nella quale l'amministrazione impone immediati interventi di recupero dopo un crollo ma poi blocca quegli interventi, che erano realmente stati immediati, perché negli uffici che dovrebbero concedere i permessi non c'è nessuno ormai da sette mesi.


IL CROLLO
Le tempeste di fine dicembre che devastarono il lungomare e il porto, si accanirono anche in questa porzione di Napoli. Un muro crollò sotto i colpi del vento e della pioggia, un altro inizio a mostrare fratture pericolose. I proprietari di quei muri si misero immediatamente in azione per rimettere tutto in sesto. Il più lesto è stato quello che s'è ritrovato il muro crollato (lo vedete nella foto qui sopra destra) e che, dopo qualche giorno si vide recapitare un documento ufficiale del Comune di Napoli che gli imponeva immediati lavori di ripristino.
Subito in campo i tecnici per la progettazione, dopo qualche giorno era già pronta la documentazione da presentare allo stesso Comune per ottenere i permessi per ricostruire. E qui il racconto scivola nel paradosso: a Palazzo San Giacomo il permesso deve darlo la commissione paesaggistica che, però, è decaduta lo scorso luglio e ancora non è stata sostituita.
Così la stessa amministrazione che aveva chiesto celerità di interventi, ha bloccato il progetto di rifacimento.


LA GIMCANA
In mancanza di quel permesso esiste solo un'altra possibilità per iniziare i lavori: rivolgersi alla stessa commissione, ma a livello regionale. Così il percorso burocratico di quel permesso ha intrapreso un'altra strada e ora viaggia verso gli uffici di Santa Lucia che stanno sopperendo alla mancanza della struttura comunale. Il risultato, però, è che il pericolo non è stato ancora cancellato. Fino ad ora ci sono stati nastri rossi e una grata per segnalare il guaio; però, visto che i tempi sono destinati a dilatarsi, è stato necessario un intervento drastico: imporre il divieto d'accesso su quella stradina.
L'ordinanza l'ha fatta la prima municipalità, nella quale ricade la pedamentina Gaiola che rientra nel novero delle strade secondarie e quindi è sotto la gestione del municipio locale: «Ci rendiamo conto delle difficoltà che provochiamo alla cittadinanza ma non potevamo fare altrimenti», si giustifica il presidente municipale Francesco de Giovanni.

Racconta anche del piccolo rischio corso fino ad ora: «Sapevamo che le attività di ripristino erano state già preparate ed eravamo certi che la situazione si sarebbe sanata in tempi stretti perciò abbiamo evitato di chiudere la strada - spiega allargando le braccia - però viste le lungaggini burocratiche generate da Palazzo San Giacomo abbiamo capito che non era più possibile tentennare e abbiamo imposto il divieto di transito lungo quella pedamentina: non volevamo che qualcuno potesse farsi male per cola dei tentennamenti dell'Amministrazione comunale».


I tempi per la riapertura attualmente sono avvolti dalla nebbia della burocrazia. Se gli uffici regionali, che hanno già un intenso carico di lavoro e si accollano anche quello del Comune di Napoli, concederanno celermente i permessi, la chiusura sarà brevissima. Se i tempi si allungheranno, il mare della Gaiola in primavera potrebbe restare vietato.
 

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