Napoli, i disoccupati tornano in piazza: «Ora vogliamo risposte concrete»

Napoli, i disoccupati tornano in piazza: «Ora vogliamo risposte concrete»
di Alessio Liberini
Lunedì 16 Maggio 2022, 17:22 - Ultimo agg. 20:24
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Si annuncia un’estate rovente quella che sta per arrivare a Napoli. Dove, oltre al rialzo delle temperature, si fa sempre più infuocata la lotta per il diritto al lavoro, in attesa dell’arrivo dei fondi del Pnrr e del Gol (il programma Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori, strumento messo in campo di recente dal Governo proprio per contrastare la crisi occupazionale). A palesare la tensione che si respira, su tale tematica, nel capoluogo campano, ci hanno pensato questa mattina i comitati dei disoccupati cittadini. Gli stessi che sono scesi, nuovamente, in piazza per sostenere la “chiamata alle armi” fatta dal “Movimento 7 Novembre” che, dopo lo slittamento del tavolo Interistituzionale (previsto per la giornata odierna) sulla propria vertenza che va avanti – senza risposte efficaci - dalla bellezza di otto lunghi anni, sono tornati a scioperare per la strade della città chiedendo maggiori garanzie verso la nuova convocazione del summit, annunciato per il prossimo giovedì (19 maggio) alle ore 15 e 30.

Due i cortei che hanno sfilato questa mattina lungo le strade del centro antico partenopeo, uno partito da piazza Dante ed un altro da piazza del Gesù ( quest'ultimo composto prettamente dai disoccupati del Comitato Vele Di Scampia 167) , ma stessi ed identici obbiettivi: «Vogliamo risposte concrete» è il grido che risuona, all’unisono, tra i disoccupati amareggiati dalle istituzioni ma non di certo stanchi di lottare per un diritto fondamentale come il lavoro.  «Siamo in piazza – spiega Eduardo Sorge, portavoce del comitato dei disoccupati 7 Novembre - perché oggi si sarebbe dovuto tenere il famoso tavolo interistituzionale per dare seguito agli impegni presi il 5 novembre scorso. Oramai sono passati 6 mesi nei quali si dovevano individuare percorsi per la formazione e per il lavoro, tramite anche le risorse del Pnrr e dello strumento Gol».

«Ci è stato comunicato lo slittamento dell’incontro venerdì – precisa Sorge - che per motivi tecnici è stato spostato a questo giovedì ma, dopo le lunghe attese ed otto anni di lotta non c’è più fiducia ed i disoccupati sono scesi nuovamente in piazza. Chi sta lottando oggi non combatte solo per un salario e per il pane: lottiamo anche per dire che queste risorse vanno utilizzate per progetti socialmente necessari e per dare risposte concrete ai disoccupati.

In un momento in cui si parla di aumento delle spese militari crediamo che i disoccupati siano impegnati in una lotta che non è solo per il lavoro ma anche per dire come devono essere gestite queste risorse».

All’arrivo all’esterno della Questura partenopea i due cortei - scortati a vista dalle forze dell’ordine - formati da oltre 500 disoccupati secondo gli organizzatori, si sono così uniti per lanciare un grande messaggio di unità tra le tante vertenze ancora aperte ed irrisolte della città.  «Siamo al punto di non ritorno, come al solito – commenta Omero Benfenati, referente del Comitato Vele di Scampia - Riteniamo che le grida della sofferenza e delle rivendicazioni dei diritti essenziali vengano ascoltate da questi signori, sia nei palazzi che nelle strade di Napoli, assumendosi le responsabilità invece di voltarsi dall’altra parte. Non ci sono divisioni tra disoccupati, lottano tutti per lo stesso diritto. Oggi abbiamo dimostrato una grande unità, quella di chi vive un disagio sociale sulla propria pelle, e lo continueremo a fare affinché non ci saranno risposte concrete per tutti i disoccupati della città di Napoli e soprattutto per far rispettare gli impegni, presi sia a livello nazionale che locale”.  

Qui, in via Medina, i manifestanti hanno srotolato un’enorme striscione dove hanno puntato il dito contro i recenti investimenti nelle spese militari, messi in atto dall’esecutivo per far fronte ai timori giunti dalla guerra in Ucraina. «Zero spese ai militari il lavoro ai proletari» è il messaggio che si legge sul grandissimo manifesto, realizzato dai disoccupati, che hanno richiamato all’attenzione della cittadinanza – anche tramite dei volantini affissi lungo le strade della marcia – alla mobilitazione del prossimo venerdì (20 maggio). Giornata in cui i disoccupati insceneranno una nuova protesta proprio all’esterno del consolato statunitense di Napoli, posto sul lungomare di Mergellina.

Successivamente il corteo, unito, è giunto fino all’esterno del Maschio Angioino. Dove i manifestanti, per circa un’ora, hanno inscenato un presidio statico all’esterno del Castel Nuovo, blindato per l’occasione dai poliziotti in tenuta anti sommossa, tra cori e slogan. Fin a quando una delegazione è stata accolta all’interno del palazzo. Contestualmente, dopo l’incontro, il corteo si è messo in marcia per raggiungere piazza Plebiscito dove una nuova delegazione è stata ascoltata in prefettura.

«Abbiamo incontrato – fanno sapere i disoccupati annunciando già da subito una nuova mobilitazione per questo giovedì – prima l’assessore al Lavoro del Comune di Napoli, Chiara Marciani al Maschio Angioino e poi, in prefettura, il vice prefetto Annunziata che ci hanno confermato, dopo una riunione avvenuta questa mattina, il tavolo per le 15 e 30 di giovedì 19 maggio. Spiegandoci di aver dovuto posticipare di qualche giorno l’incontro per effettuare alcune verifiche sulle schede tecniche dei progetti che dovremmo andare a discutere». Una data, quella dell’incontro, che potrebbe difatti sancire un primo passo in avanti verso una vertenza, ormai storica come quella dei disoccupati 7 novembre, della città a cui oggi si schierano con una sola voce anche tutti gli altri disoccupati partenopei, ribandendo in coro l'enorme importanza del rilancio occupazionale in tutto il capoluogo campano.

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