Napoli, la sfida del clan a Pizzofalcone: via i sigilli dalle case sgomberate

Ancora minacce, rafforzata la tutela per il parlamentare Borrelli che denunciò l'occupazione di alloggi

Lo sgombero delle case occupate a Pizzofalcone
Lo sgombero delle case occupate a Pizzofalcone
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 2 Febbraio 2023, 00:03 - Ultimo agg. 16:03
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Hanno atteso che le forze dell’ordine allentassero la presa. Hanno aspettato che la morsa stabilita in Prefettura cominciasse a calare di tensione, per dare inizio a una strategia strisciante e violenta. Due colpi, dunque: da un lato qualcuno ha rimosso i sigilli delle case che erano state sequestrate mesi fa, con tanto di sgomberi firmati dall’autorità giudiziaria; dall’altro, c’è chi ha messo a segno una serie di intimidazioni nei confronti di chi ha denunciato il fenomeno del racket delle case abusive.

Via Egiziaca a Pizzofalcone, al civico 35, la camorra non ci sta. C’è chi non si rassegna a lasciare definitivamente quegli appartamenti nella disponibilità del Comune. E se ne sono accorti ieri gli agenti della polizia municipale agli ordini del comandante Ciro Esposito, che hanno segnalato in un’informativa di polizia giudiziaria l’ultimo scempio, l’ultimo guanto di sfida: c’è chi ha strappato via i sigilli, provando a dare una spallata a un blitz messo a segno lo scorso novembre, costato mesi di lavoro in sede di comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. 

Ricordate il decreto di sequestro firmato dal gip Giuseppe Sepe? Inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli, sigilli a 16 appartamenti. Da anni, gli inquilini occupavano senza titolo quelle case del Comune, nonostante fossero percettori del reddito di cittadinanza (risultando per altro coinvolti - in alcuni casi -, in indagini per droga e usura). Non pagavano canoni, avevano allacci abusivi con le utenze, erano padroni di immobili che spettano di diritto agli assegnatari previsti da una graduatoria regionale. Uno scenario reso chiaro - dopo anni di buio - dalle verifiche messe in piedi dalla cabina di regìa coordinata dal prefetto Claudio Palomba, collegata agli input del Viminale: via i violenti, stop racket delle case abusive. Ma torniamo alla cronaca delle ultime ore. Non c’è solo la rimozione dei sigilli, ma anche una serie di messaggi sinistri, puntualmente raccolti sul territorio. Minacce, intimidiazioni. Non è un caso che proprio ieri mattina il questore Alessandro Giuliano ha disposto l’intensificazione della tutela nei confronti di una persona vicina al parlamentare Verdi Francesco Borrelli: in sintesi, si tratta di una tutela rafforzata che punta a scongiurare eventuali vendette trasversali nei confronti del politico che si batte contro la rete di abusivi alle spalle del Plebiscito. 

Ed è il deputato dei Verdi a chiarire il proprio punto di vista, a proposito del clima che si respira a Pizzofalcone: «È una nuova sfida allo Stato, è ora che le case sgomberate dalla camorra siano subito affidate ad associazioni o per accoglienza senza fissa dimora.

Bisogna chiudere al più presto la nuova graduatoria per assegnazione di immobili, evitare pericolose pause di riflessioni, non abbassare la guardia. E aiutare i comuni a fare chiarezza su dati e sanatorie». Spiega ancora il parlamentare: «La violazione dei sigilli apposti agli appartamenti di Pizzofalcone occupati dalla camorra rappresenta una nuova sfida della malavita allo Stato. Ormai è una guerra tra noi e loro. È un segnale che non va assolutamente sottovalutato perché non consentiremo in alcun modo a questi criminali di tornare in possesso di ciò che hanno sottratto con violenza e prepotenza ai legittimi assegnatari. Per questo propongo che i beni sottratti alla criminalità vengano subito riassegnati, seppur transitoriamente, ad associazioni o enti che assistono i senza fissa dimora. In questo i comuni possono giocare un ruolo fondamentale».

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Spiega la consigliera regionale di Demos Europa Verde Roberta Gaeta, in una interrogazione nell’ultimo question time in Regione: «Vigileremo affinchè si arrivi al più presto possibile alla nuova graduatoria degli aventi diritto per rispondere con una programmazione certa alle 31.717 famiglie (8.747 solo nel comune di Napoli) che hanno fatto richiesta di un alloggio di edilizia residenziale pubblica, pianificando al tempo stesso la fase transitoria per collocare provvisoriamente le famiglie che attualmente vivono negli alloggi destinatari di progetti di riqualificazione». Intanto, proseguono le indagini sulla rimozione di sigilli anche alla luce di alcune testimonianze raccolte dal Mattino in questi giorni: c’è chi vive nel terrore - sembra di capire - specie tra i legittimi assegnatari. Parliamo di persone costrette a rimanere tappate in casa pur di non subire ripercussioni dopo gli sgomberi dello scorso novembre. 

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