Napoli-Eintracht, scontri tifosi: i precedenti, il viaggio in treno, la copertura dell'Uefa

Ecco perché il mondo del calcio ha sottovalutato l'allarme

I tifosi dell'Eintracht a Napoli
I tifosi dell'Eintracht a Napoli
di Paolo Barbuto
Giovedì 16 Marzo 2023, 00:03 - Ultimo agg. 17 Marzo, 07:21
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Napoli devastata, tifosi tedeschi violenti e scatenati, tensione, paura. L’allarme era stato lanciato da giorni; in Italia la pericolosità dei tifosi dell’Eintracht è nota da anni. Già nel 2018 tentarono di devastare Roma prima di una partita con la Lazio ma furono arginati; ieri a Napoli è andata diversamente.

Il mondo del calcio internazionale ha sottovalutato l’allerta, il prefetto di Napoli ha provato ad arginare l’assalto, il Viminale ha messo in campo tutte le forze possibili, eppure la violenza annunciata s’è manifestata con tutta la sua forza. Ma per comprendere quel che è accaduto ieri sera a Napoli è necessario fare qualche passo indietro, risalire la corrente degli eventi e cercare di individuarne ogni sfumatura.  

Già a Francoforte s’era capito che la porzione becera della tifoseria tedesca era decisa a rendere dura la vita dei napoletani. In Germania la violenza si mostrò con blitz puntuali, accerchiamenti e assalti agli italiani che si sentivano in vacanza. Quel segnale non è sfuggito alle autorità italiane che, subito, hanno lanciato l’allarme. 

Le preoccupazioni si sono materializzate con un primo provvedimento del prefetto di Napoli, Claudio Palomba, per vietare la vendita di biglietti per il settore ospiti e bloccare, così, l’arrivo a Napoli dei tifosi di Francoforte.
Se quella decisione fosse stata accolta con la giusta attenzione, ieri Napoli non avrebbe subito l’assalto violento.

Invece Francoforte è partita al contrattacco, i legali della società tedesca hanno chiesto l’intervento del Tar per ottenere la cancellazione della decisione. C’è stato un secondo provvedimento del prefetto, meno restrittivo nei confronti dei tedeschi ma comunque mirato a non consentire la vendita dei biglietti ai tifosi di Francoforte. Il nuovo ricorso non ha avuto buon fine, le limitazioni all’acquisto dei biglietti sono state accettate, ma quelle limitazioni non hanno impedito ai tifosi tedeschi di muoversi, comunque, in massa verso Napoli. 

In Germania le forze dell’ordine non hanno fatto altro che guardare i tifosi dell’Eintracht mentre salivano sul treno che li avrebbe portati a Napoli, dopo aver caricato a bordo, lungo il percorso, i fan dell’Atalanta gemellati. Nessun tentativo di arginare i violenti in partenza, tutto il peso della questione è stato riversato sull’Italia. 

 

Come se non bastasse, la tensione è stata alimentata dal capo dell’Uefa, Aleksander Ceferin, che ha bollato la decisione di vietare i biglietti ai tifosi dell’Eintracht come «intollerabile e sbagliata». Ceferin ha anche minacciato sanzioni per i club italiani: «Dobbiamo dire che se viene imposto il divieto ai tifosi avversari, la partita non si giocherà lì. È semplice: dobbiamo cambiare le regole. È inaccettabile che le autorità italiane decidano semplicemente per il divieto ai tifosi. L’Uefa si è unita all’azione legale intentata dall’Eintracht Francoforte».

Nel momento stesso in cui i tedeschi sono arrivati a Napoli s’è capito che la situazione sarebbe stata ingestibile. E a rendere tutto più complicato hanno contribuito anche i tifosi del Napoli che martedì sera hanno tentato un assalto, a colpi di razzi, ai bus dei supporter avversari. Poi l’esplosione di violenza del pomeriggio, nel cuore della città turistica, dove, forse, la massa di tedeschi non sarebbe dovuta arrivare. 

 

A Napoli, nel tentativo di fermare la violenza, sono state dispiegate poderose forze: «Che ci fossero rischi elevati e che erano conosciuti - sottolineano fonti della polizia - lo dimostra anche la decisione di schierare in strada mille uomini, cosa che non si registrava da tempo, così si è riusciti ad impedire, in più occasioni, che le due opposte tifoserie venissero a contatto. I tifosi tedeschi sono arrivati a Napoli come turisti di un Paese Ue, quindi non potevano essere bloccati, e questo nonostante fosse chiaro anche in Germania che non sarebbero potuti entrare allo stadio e che la loro presenza avrebbe potuto provocare incidenti».

Per il vicecapogruppo Pd alla Camera Piero De Luca e il deputato Marco Sarracino «le immagini degli scontri di Napoli sono inaccettabili. Una città ostaggio di violenti che hanno messo in gravissimo pericolo l’incolumità di cittadini e forze dell’ordine, cui inviamo la nostra piena solidarietà. Invitiamo il ministro Piantedosi a riferire in Parlamento per chiarire cosa è successo e cosa non ha funzionato». 

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Richiesta ribadita anche dal presidente di Azione-Italia viva al Senato, Raffaella Paita («Il ministro Piantedosi riferisca in aula immediatamente su quanto accaduto») e dal deputato di Articolo Uno, Roberto Speranza («Si faccia subito chiarezza. Il governo riferisca immediatamente su quanto accaduto»).

Fonti della Lega, invece, chiariscono: «Aveva ragione il ministro Piantedosi a chiedere di vietare la trasferta a questi teppisti. Che sia il governo tedesco a pagare i danni».

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