Napoli Est, dall'alto sull'ex campo rom di Barra: si attende la bonifica dell'area

Napoli Est, dall'alto sull'ex campo rom di Barra: si attende la bonifica dell'area
di Alessandro Bottone
Mercoledì 19 Gennaio 2022, 22:19
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Dall’alto i cumuli di rifiuti e macerie si distinguono ancora meglio. L’ex campo Rom di via Mastellone a Barra, quartiere nella zona orientale di Napoli, è ancora una ferita aperta dal punto di vista ambientale e sociale. I materiali incendiati nel maxi-rogo di agosto 2021 - che ha lasciato Napoli Est, e non solo, senza aria pulita per diverse ore e numerose famiglie senza un tetto - emergono con particolare evidenza dalle immagini realizzate da Carmine Schiavo, fotografo attento alle delicate questioni di questo pezzo di città.

Il professionista ha fatto volare il suo drone sul fazzoletto di terra incastrato tra i campi coltivati, l’arteria autostradale e, appunto, via Mastellone a ridosso della quale sorgono decine e decine di private abitazioni. Emergono, in particolare, l'abbandono e la desolazione degli oltre dodicimila metri quadrati del campo che per anni ha accolto circa trecento persone della comunità nomade, tra cui molti giovanissimi che frequentano le scuole del territorio.

Si distinguono le carcasse di automobili, ormai distrutte.

Il “tappeto” di rifiuti di ogni genere è molto esteso: dagli ingombranti ai grandi elettrodomestici, pezzi di legno, molti pneumatici, divani, materassi, eccetera. C'è anche un camion completamente arrugginito che sembra sprofondare nel terreno. Dalla discarica di "monnezza" a cielo aperto emergono, inoltre, alcune baracche: tante sembrano ancora intatte, risparmiate dalle lingue di fuoco che hanno avvolto l'area nei terribili e afosi giorni estivi. Al contrario, la metà del campo più vicina al casello dell'autostrada è ormai ridotta a cenere. Del grosso albero al centro dell'ex campo nomadi di Barra restano soltanto rami anneriti e consumati dal rogo. Nel frattempo, a cinque mesi dall'incendio è ricresciuta l'erba spontanea. E sono tornate anche le persone: qualcuno cammina tra i cumuli per recuperare materiale o, l'altra ipotesi, per trovare un riparo tra qualche “casetta” che ancora resiste.

Da tempo i residenti hanno chiesto agli enti locali di attivarsi per la pulizia dell'enorme quantità di rifiuti e per la bonifica del sito. Materiale da caratterizzare, prelevare, smaltire: costi altissimi e tempi lunghi. Così l'ex campo rom di via Mastellone si aggiunge ai siti da ripulire e mettere in sicurezza. I tristi “precedenti” sono nell'adiacente quartiere Ponticelli dove, dopo il trasferimento delle famiglie nomadi, la discarica è soltanto peggiorata per mano degli “sversatori seriali” di materiali di ogni genere, anche pericolosi e speciali.

In attesa di risposte concrete c'è chi non si arrende e spera che anche quest'angolo di Napoli possa riconquistare dignità e, soprattutto, non rappresentare un pericolo per la salute pubblica e per l'ambiente, come Carmine intende evidenziare attraverso il suo lavoro quotidiano.

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