Napoli Est, un'altra stesa: spari tra la folla a San Giovanni

Napoli Est, un'altra stesa: spari tra la folla a San Giovanni
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 20 Maggio 2018, 09:00 - Ultimo agg. 13:12
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Ancora pistole, ancora stese e raid nella zona orientale. A San Giovanni i clan hanno dissotterrato l'ascia di guerra ed ora è conflitto aperto tra cosche rivali. La lunga serie di avvisaglie, sfociate in una allucinante impennata di violenza aggiunge alla sua lista l'ultimo grave episodio consumatosi l'altra sera all'interno del Rione Villa.

Poco prima della mezzanotte in via Sorrento sono tornati i pistoleri che sfrecciano veloci come banditi d'altri tempi sugli scooter lanciati a folle velocità. Armi spianate tra la folla terrorizzata (a quell'ora il rione resta ancora molto popolato e trafficato); quewl rombo di motori a due ruote, ormai qui a San Giovanni, la gente ha imparato a conoscerlo. È l'avvisaglia più cupa che si sta per scatenare l'inferno di piombo. Il copione è stato rispettato anche venerdì sera lungo quella via Sorrento trasformata ormai nell'emblema di un'arena di camorra, tanto che tra i residenti la chiama «la strada della morte».
 
Un raid velocissimo ma organizzato nei dettagli: con due coppie di criminali in avanscoperta, a sparare all'impazzata e una seconda «batteria» di malviventi a fare da eventuale copertura. Questa volta gli specialisti reparto investigazioni sientifiche dei carabinieri di bossoli sul selciato ne hanno ritrovati addirittura 11, tutti appartenenti a pistole calibro 9. La fortuna ha voluto che questo ennesimo attacco armato portato a termine nella roccaforte della famiglia Rinaldi nessun proiettile abbia colpito le persone, e stavolta - pare - nemmeno centrato mura o finestre di palazzi.

Nonostante i robusti dispositivi messi in campo negli ultimi mesi dalle forze dell'ordine, in questa zona i clan continuano a farla da pardoni. Apparentemente indisturbati. Dietro ogni «stesa» c'è ovviamente una prova di forza, uno sfrontato tentativo di intimidre gli avversari e di marcare il territorio.

Ma che cosa sta succedendo a San Giovanni? Se è vero che solo in poche settimane l'escalation di agguati, ferimenti e fatti di sangue ha subìto un'impennata, qual è la ragione che ha provocato tutto questo? Una risposta arriva proprio dall'analisi dei luoghi scelte per sparare tra la gente: anzi meglio, la chiave di interpretazione sta proprio in quel quadrilatero - il Rione Villa - e in quella via Sorrento, dove ci sono le case dei vertici del gruppo Rinaldi. Un piccolo riepilogo: i primi segnali di guerra risalgono al dicembre scorso, uonini armati sparano la sera del 31 all'impazzata el feriscono alle gambe un ragazzino di 12 anni affacciato al balcone di casa. Pochi giorni prima - l'8 dicembre - di raid in strada se ne contarono addirittura tre in poche ore.

Ed ancora. Il 3 marzo - sempre in via Sorrento - altra stesa: uno dei 13 colpi sparati penetra in un appartamento e sfiora la tempia di un uomo. Due aprile: colpi vengono indirizzati verso a casa di un noto boss del Rione. 14 aprile 2018 Giovanni Salomone, cognato dei fratelli D'Amico di San Giovanni, sfugge miracolosamente a un agguato. Dietro quel raid, sostengono gli inquirenti, ci sarebbe stata la reazione degli stessi Rinaldi ad un'incursione armata di poche ore prima. A rendere ancor più complesso il quadro c'è la scarcerazione - avvenuta proprio dopo Pasqua - del boss Ciro Rinaldi, detto «My Way».

Chi segue da vicino gli sviluppi criminali della zona è convinto che il quadro delle alleanze e le «tregue» armate imposte dalla spartizione delle piazze dello spaccio si sono rotti. E così, sullo sfondo, ricompaiono i Mazzarella, ancora potentissimi in tutta la zona orientale di Napoli.
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