Napoli, ex Corradini nel degrado: migliaia di euro dopo i crolli ma recupero al palo

Napoli, ex Corradini nel degrado: migliaia di euro dopo i crolli ma recupero al palo
di Alessandro Bottone
Venerdì 29 Luglio 2022, 21:28
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La Corradini cade letteralmente a pezzi. L'ex complesso industriale sul lungomare di San Giovanni a Teduccio, quartiere nella zona orientale di Napoli, è ormai ridotto in numerosi ruderi il cui recupero è già previsto da anni. Una riqualificazione non ancora avviata. Negli ultimi mesi il Comune di Napoli, proprietario degli spazi, si è attivato per eliminare i pericoli e mettere in sicurezza alcuni spazi dopo un grave crollo e in seguito alla denuncia di un privato. Il bene storico di Vigliena resta nel degrado e si prevedono tempi lunghi prima che possa essere avviato un complessivo piano di rigenerazione.

 

La storia è questa. A fine 2020 un crollo interessa una parte dell'ex Corradini di Napoli Est e, in particolare, la porzione della ex fabbrica pellami 'fratelli De Simone'. Un privato - che con il Comune condivide la proprietà dell’area scoperta prospiciente il rudere crollante - ricorre al Tribunale che, dopo opportuna perizia, ordina a Palazzo San Giacomo di intervenire per eliminare i pericoli e per scongiurare «ulteriori e futuri crolli». Anche i tecnici comunali, in specifico sopralluogo, evidenziano la situazione di pericolo visti la porzione di solaio e la muratura residuale in bilico e le gravi lacune strutturali dell'edificio, uno dei tanti che compongono l'ex stabilimento metallurgico Corradini, bene storico vincolato che affaccia direttamente sul mare di San Giovanni. I competenti uffici comunali - vista la difficoltà di individuare un operatore economico con le caratteristiche tecniche adeguate - hanno scelto, in collaborazione con l'Università Federico II, un'impresa che potesse intervenire con celerità e competenza. Dagli atti emerge che per i lavori indispensabili a eliminare i pericoli sono stati necessari 276mila euro. A questi si aggiungono i costi per i servizi di ingegneria, le spese per lo smaltimento del materiale e le imposte per un totale di 366mila euro prelevati dal fondo di riserva del Comune.

In pratica sono stati messi in campo alcuni «rimedi provvisori» trattandosi di lavori di somma urgenza che non possono prevedere la riqualificazione dell'intero complesso.

Sono state rimosse le macerie del crollo,  è stata installata una protezione ai solai e alle murature esposti alle intemperie ed è stata puntellata la parte della struttura non crollata. Gli spazi sono stati delimitati per sicurezza e in una specifica area si è provveduto anche alla verifica delle condizioni statiche. Negli atti si legge che è stato «necessario indagare l'eventuale presenza di componenti edili e/o impiantistiche costituiti da materiali contenenti amianto».

Quanto realizzato sulla porzione dell’ex Corradini - su specifica richiesta del Tribunale - è stato “concordato” con la locale Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio essendo l'ex complesso industriale sottoposto a vincolo e tutelato quale bene monumentale. È stato il funzionario di zona a ribadire la necessità di procedere agli interventi richiesti dal Tribunale «esclusivamente in maniera organica a un intervento complessivo di riqualificazione dell’intero complesso». Per questo i lavori di messa in sicurezza hanno riguardato soltanto i «rimedi provvisori» anche se era stata ordinata «la demolizione delle strutture visibilmente pericolanti e non recuperabili», come si legge negli atti approvati dalla giunta guidata da Gaetano Manfredi.

Un intervento corposo e strutturale è effettivamente indispensabile affinché non vada disperso l’importante patrimonio racchiuso nei capannoni che hanno fatto la storia non soltanto del quartiere di Napoli Est ma dell’intero Mezzogiorno d’Italia. Occupazioni, furti, atti vandalici, intemperie, la vicinanza al mare, la mancata manutenzione e i ritardi accumulati rispetto ai progetti previsti hanno progressivamente logorato le diverse strutture. Negli ultimi mesi è stato avanzata una ulteriore idea per recuperare una porzione dell’enorme complesso così da realizzare spazi per la ricerca e l'innovazione. È il progetto GrID, “Green Innovation District" che si concentra proprio sulle aree dell'ex fabbrica pellami ‘fratelli De Simone’.

Resta da capire il destino degli altri spazi dell'ex Corradini che è costituita da oltre cinquanta unità immobiliari entrati a far parte del patrimonio immobiliare comunale nel 1999. Sarebbero dovute essere riqualificate già da tempo con suggestive idee a favore di studenti, giovani imprenditori, associazioni e artisti e residenti. Per ora soltanto i ruderi che crollano.

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