Napoli, è ancora guerra a Forcella
tra i Sibillo e i Mazzarella

Napoli, è ancora guerra a Forcella tra i Sibillo e i Mazzarella
di Nico Falco
Sabato 26 Novembre 2016, 08:44 - Ultimo agg. 18:51
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Il killer si è avvicinato a piedi, da solo, mentre la vittima era con alcuni amici. Col volto parzialmente coperto, la pistola tesa davanti a sé. E ha sparato. Numerosi colpi, tra torace e gambe. Un tentativo di omicidio, forse e più probabilmente una punizione per uno sgarro, con un modus operandi che stride con il profilo criminale della vittima: Gennaro Esposito, il ragazzo di 19 anni ferito nella notte tra giovedì e venerdì a Forcella, non risulta inquadrato in nessuno dei clan in lotta nella zona.

L'area è quella dove si scontrano, su più fronti, i Mazzarella e i Sibillo, contrasti ai quali sarebbero attribuibili gli ultimi fatti di sangue e le stese registrate tra le Case Nuove e il quartiere Mercato e che si sarebbero estesi facendo ripiombare nella paura anche Forcella. Ma Esposito, con precedenti penali per scippo, pur frequentando persone che graviterebbero nell'orbita dei Mazzarella, non avrebbe fatto, almeno a quanto emerso finora, il «grande salto» dal furto con strappo alla malavita organizzata e non sarebbe coinvolto in attività criminali tali da finire nel mirino in un botta e riposta tra clan. Secondo la ricostruzione dei carabinieri della Compagnia Stella, guidati dal capitano Francesco Cinnirella, a sparare è stato un uomo solo, arrivato e andato via a piedi.

Verosimilmente sapeva che Esposito, così come chi era con lui, non aveva un'arma e quindi, anche contando sul fattore sorpresa, che non si sarebbe esposto a rischi eccessivi. Ha esploso almeno sette colpi, tanti quanto i bossoli successivamente ritrovati dai militari a Gradini Forcella, il luogo indicato dalla vittima e dove sono state trovate poi tracce di sangue. Era l'1.30 circa, il 19enne era con alcuni amici quando è stato affrontato. Le pallottole lo hanno centrato principalmente alle gambe, due lo hanno preso superficialmente al torace, mentre a ferirlo alle braccia sarebbero state schegge o proiettili di rimbalzo. Esposito, rimasto cosciente, è stato trasportato dagli amici al Pronto Soccorso del Loreto Mare e, dopo gli accertamenti iniziali, è stato ricoverato nel reparto di Ortopedia. Le pallottole non hanno leso organi vitali, non è in pericolo di vita. Il killer avrebbe puntato alle gambe. Sarebbe stata, secondo questa ipotesi, una gambizzazione che però, messa a segno con modalità camorristiche, apre a diversi scenari. Primo tra questi, la possibilità che il ragazzo potrebbe essere stato punito per una «mancanza di rispetto» o, trasversalmente, per le sue frequentazioni. Potrebbe essersi trattato di una questione attinente quindi alla sfera privata ma, sebbene di evidenze investigative non ce ne siano, la pista degli scontri tra i clan non viene esclusa completamente dal ventaglio delle ipotesi.

Lo scenario criminale, infatti, è in fermento da diversi mesi per la contrapposizione tra i Mazzarella e i Sibillo, i primi insediati storicamente nel quartiere Mercato e i secondi che da tempo hanno guadagnato spazio alle Case Nuove. In questo scontro sarebbero inquadrabili anche le stese che, a ottobre, si verificarono in via Chioccarelli e, due a 24 ore di distanza, nella perpendicolare via Savarese. I testimoni parlarono di quattro persone in sella a due scooter che, schizzando tra i vicoli del quartiere Mercato, esplosero numerosi colpi di pistola in aria e in un caso verso l'edificio dove risiedeva un giovane ritenuto vicino al clan Sibillo.

Nelle stesse dinamiche criminali sarebbe da inquadrare anche l'agguato ai danni di un 55enne che negli anni 90 era stato il punto di riferimento per lo spaccio di droga alle Case Nuove per conto dei Mazzarella, ferito il 7 ottobre scorso in via Santa Maria delle Grazie a Loreto e ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Loreto Mare.
Agli inizi di novembre, invece, un importante colpo inferto dalle forze dell'ordine: l'arresto di Francesco Pio Corallo, Luca Capuano e Luigi Raia, i tre giovanissimi di 24, 19 e 19 anni che, secondo le indagini, avrebbero preso le redini del clan Sibillo dopo l'arresto dei vertici tentando di ricostruire la cosiddetta «paranza dei bimbi». I tre erano stati notati mentre si aggiravano tra le bancarelle del mercato rionale di piazza Mancini e ricevevano delle banconote da alcuni ambulanti stranieri; durante le perquisizioni Raia era stato trovato in possesso di una pistola semiautomatica e per loro era scattata l'accusa di detenzione, porto illegale di arma da fuoco ed estorsione, reati aggravati dal metodo mafioso.
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