Napoli, i clienti consumano il caffè davanti alla sua attività, chiuso e multato un noto bar del Vomero

La sanzione amministrativa comminata al bar Alvino 29
La sanzione amministrativa comminata al bar Alvino 29
di Antonio Folle
Giovedì 7 Maggio 2020, 16:06
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«Quando ieri i vigili mi hanno notificato il verbale con la multa e la chiusura del locale per 5 giorni non potevo crederci. Io ho fatto il possibile per spingere i clienti ad allontanarsi dal locale dopo aver acquistato il caffè da asporto. Non si può pretendere che siano i commercianti a mantenere l'ordine pubblico. Stiamo facendo i salti mortali per tenere aperta l'attività e dare un minimo di respiro ai nostri dipendenti che, ad oggi, non hanno ancora ricevuto un euro di cassa integrazione. Invece di aiutarci le istituzioni continuano ad affossarci».
 



Questa è la testimonianza di Raffaele Colimodio, titolare del bar "Alvino 29" di via Enrico Alvino, nel quartiere Vomero, punito dai caschi bianchi del Comune di Napoli per aver venduto - si legge nel verbale - caffè e acqua all'esterno del suo locale senza "allontanare" i clienti dalla strada. Versione, quella firmata dagli uomini dell'Unità Operativa Vomero, smentita in pieno dal commerciante che ha voluto sottolineare gli sforzi fatti per tentare di far rispettare il distanziamento sociale. Sforzi vanificati anche dal notevole sovraffollamento delle strade del quartiere che, ieri pomeriggio, sono state prese d'assalto da migliaia di napoletani.

Alla dura sanzione amministrativa - che può arrivare fino ad un massimo di 3000 euro - si aggiunge la stazione accessoria della chiusura del locale per cinque giorni. Il provvedimento, contro il quale il commerciante ha già annunciato ricorso, dovrà essere notificato nelle prossime ore dalla prefettura.  

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A poche ore dall'avvio della fase 2 sono già tante le polemiche per le draconiane misure imposte dalla Regione per il distanziamento sociale. In particolare i commercianti hanno duramente contestato la misura che impone agli stessi esercenti l'obbligo di far rispettare il distanziamento sociale tra gli avventori. Una misura adottata con ogni probabilità dopo le incredibili scene di assembramento che si sono registrati poche ore dopo l'avvio del delivery all'esterno di una nota paninoteca del Vomero, con decine di riders ammassati in attesa di ricevere le loro consegne. 

«Dopo settimane in cui non stiamo lavorando e non stiamo incassando - prosegue Colimodio - ci arriva questa ennesima mazzata. Chiediamo alle istituzioni cittadine quanti caffè dovremo vendere per coprire i tremila euro di sanzione che ci sono stati comminati per una colpa non nostra. Di certo non potevamo scacciare la gente dalla strada - continua il commerciante -  ma le forze dell'ordine non hanno voluto tenerne conto, mostrandosi inflessibili. Se vogliono addossarci responsabilità che dovrebbero competere ad altri soggetti allora ci diano la facoltà di transennare tutto. Abbiamo deciso di riaprire per capire se riusciamo a ritrovare un minimo di normalità, ma fatti come questi ci fanno venir voglia di chiudere definitivamente. Ci opporremo con tutte le nostre forze contro questo provvedimento - ha poi concluso - ma lanciamo un appello alle istituzioni affinché, per una volta, si mostrino dalla parte dei più deboli. Dopo quel provvedimento ho passato momenti terribili, ma ringrazio la mia famiglia per essermi stato vicino e non avermi abbandonato alla disperazione».

Il ricorso sarà presentato nelle prossime ore dall'avvocato Angelo Pisani dell'associazione "Noiconsumatori". Il verbale presenterebbe alcuni vizi di forma che potrebbero far decidere il giudice per una impugnazione immediata del provvedimento. «E' assurdo quello che è successo ieri in via Alvino - tuona l'avvocato Pisani - con un commerciante vessato dalla polizia municipale e impossibilitato a lavorare. Mentre assistiamo a casi di imprenditori che, disperati per il post-Coronavirus si tolgono la vita, lo Stato, che finora non ha dato un euro a nessuno, non trova di meglio da fare che multare i cittadini che stanno facendo il loro lavoro. Che cosa può fare il titolare di un bar o di un ristorante - prosegue - dopo aver venduto un prodotto da asporto se il consumatore si allontana di pochi metri e lo consuma sulla strada pubblica? Le forze dell'ordine devono tutelare gli imprenditori onesti che fanno il loro lavoro, non farli vivere in un clima di terrore. C'è bisogno di serenità anche per queste persone che hanno riaperto le loro attività per dare una mano ai dipendenti che sono stati letteralmente abbandonati dallo Stato».

La vicenda del bar Alvino rischia di essere solo la prima di una lunga serie.
Anche stamattina al Vomero - ma anche in altre zone della città - all'esterno dei bar aperti per l'asporto e la consegna a domicilio i clienti consumavano caffè, cornetti e bibite. La normativa che impone alle forze dell'ordine di intervenire per sanzionare i commercianti è ancora oggi troppo "fumosa" e si presta a interpretazioni che rischiano di esporre i cittadini ad arbitrii e a pericolose mancanze di uniformità di giudizio da parte delle forze dell'ordine. 

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