Napoli, flash mob alla Regione del Comitato trapiantati: «Rispondiamo alle provocazioni con intelligenza»

Napoli, flash mob alla Regione del Comitato trapiantati: «Rispondiamo alle provocazioni con intelligenza»
di Alessandra Martino
Martedì 8 Marzo 2022, 19:30 - Ultimo agg. 11 Marzo, 15:53
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Ancora una volta ci mettono cuore e anima e chiedono aiuto al Presidente Vincenzo De Luca.

Il Comitato genitori bambini trapiantati e trapiantati adulti però, questa volta ha scelto di fare delle richieste con un flash mob. «Noi vogliamo che vengano rispettati solo i nostri diritti e quelli dei nostri cari», queste le parole delle donne oggi a Palazzo Santa Lucia, hanno portato mimose, palloncini a forma di cuore, in segno di pace. 

«Noi non abbiamo ancora ricevuto una risposta, nonostante siano passate due settimane, -ha ribadito Dafne Palmieri-, ma ancora una volta proviamo a rispondere alle provocazioni con intelligenza e soprattutto riportare nel dibattito pubblico un linguaggio di rispetto e di pace».

Nelle scorse settimane, dopo il presidio all’ospedale Monaldi,  la stessa protesta ha creato tanto scalpore, tanto da farla commentare così da Vincenzo De Luca,  presidente della Regione Campania: «Al Monaldi dobbiamo fare da subito quello che si fa in tutta Italia non sulla base delle intimidazioni o delle strumentalizzazioni dei bambini ma sulla base di una organizzazione razionale - ha detto De Luca nella consueta diretta facebook del venerdì - Ho chiesto di identificare tutti quelli che vanno a fare manifestazioni dentro l'ospedale.

Mentre veniva impedito ai familiari dei pazienti di entrare nell'ospedale per problemi di tutela, avevamo liberi pensatori che stavano lì a gavazzare. Questa storia deve finire, nessuno immagini di strumentalizzare piccoli malati per favorire qualche primario. Impegnerò da subito la direzione del Monaldi a fare una organizzazione per i trapianti come avviene in tutta Italia». 

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Puntuale è arrivata la risposta del comitato che con una missiva che aveva voluto ulteriormente spiegare le ragioni della protesta ma a cui non hanno ricevuto ancora risposta.

Proprio per questo hanno ribadito ancora una volta: «Non abbiamo manifestato all’interno dell’ospedale. Siamo sempre rimasti nella zona della direzione strategica. -ha sottolineato Dafne-. Solo quando ci è stato detto dalla direzione strategica di rivolgerci alla direttrice ci siamo avvicinati all’ospedale, scortati da digos e guardie giurate entrando dalla direttrice in sole tre persone».

«Oggi siamo qui non per manifestare contro quello che è stato detto o fatto. -ha spiegato Dafne Palmieri, portavoce del Comitato-, Oggi vogliamo esercitare le competenze delle donne. Ricordando cosa significa occuparsi della salute e dei diritti delle persone amate anche rinunciando ad altro».

«Le nostre proteste non sono mai motivo di scontro o rottura, -ha aggiunto la Palmieri-, il nostro protestare è un momento di costruzione. Noi lottiamo per avere una situazione stabile, efficiente di un centro che ha la struttura e le competenze all’interno dell’eccellenza ma a cui fanno mancare sempre un elemento organizzativo grave per cui siamo sempre in allarme».

L’ospedale Monaldi con il centro trapiantologico ha sempre avuto ottimi risultati grazie all’eccellenza e alla professionalità dell’equipe ma il Comitato ha ancora un dubbio: «Il nuovo reparto sarà aperto a tutti oppure i pediatrici rimarranno in un percorso adattato?»

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